A Pollena Trocchia, Cercola, Volla e paesi limitrofi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata e della Tenenza di Cercola hanno effettuato una specifica attività d’iniziativa finalizzata al contrasto di reati in materia di stupefacenti. In particolare, cercando di valorizzare e riscontrare alcune notizie di carattere informativo acquisite nel territorio, i Carabinieri hanno effettuato plurimi servizi di osservazione appostandosi nei pressi di un immobile sito in Pollena Trocchia in ordine al quale erano giunte molteplici segnalazioni di strani andirivieni di soggetti, anche pregiudicati, a tutte le ore del giorno e della notte.
«Chi non si rivolgeva alla Engy Service veniva tagliato fuori dal mercato dei fiori di Pompei. Chi non accettava il racket imposto dall’azienda di fatto di proprietà del boss Luigi Di Martino ’o profeta, praticamente veniva prima pestato e poi escluso dal giro di affari». Così un maresciallo del nucleo investigativo di Torre Annunziata. Entra nel vivo il processo ai presunti picchiatori del clan Cesarano di Castellammare, accusati dall’Antimafia di aver pestato a sangue un imprenditore del settore florovivaistico su ordine del boss Luigi ’o profeta. La colpa dell’imprenditore, a sua volta indagato per un’altra vicenda, era quella di aver deciso di non assecondare le richieste del reggente del clan Cesarano, oggi detenuto al regime del 41-bis. Per picchiarlo, è l’accusa del pubblico ministero Giuseppe Cimmarotta, Di Martino avrebbe ingaggiato due picchiatori salernitani, con un “palo” stabiese a garantire che non ci fossero errori, che venisse cioè venisse pestato l’imprenditore giusto. A processo con rito ordinario ci sono lo stabiese Vincenzo Melisse, il pugile Ivan Cammarota e il boss di Pontecagnano, Francesco Mogavero, unico detenuto in carcere.
Portici non si piega al racket. Lo testimoniano i 15 arresti, risultato della denuncia di due imprenditori che hanno scelto di fidarsi delle forze dell’ordine e dello Stato. A fianco dei commercianti porticesi si schiera l’associazione Fai Antiracket ‘Giovanni Panunzio’, presidio di legalità nato 7 anni fa su intuizione di Don Giorgio Pisano, parroco della chiesa del Sacro Cuore. Da allora, l’associazione ha assicurato una presenza costante. Che si traduce in incontri con i cittadini, iniziative sul territorio, corsi nelle scuole per educare anche i giovani studenti. “Bisogna denunciare ogni tipo di estorsione: fidatevi di noi, fidatevi delle forze dell’ordine” dice a gran voce Cristoforo Marino, portavoce dell’associazione presieduta da Ciro Maglioli.
Un figlio di Boscoreale ha raggiunto un prestigioso traguardo professionale. Si tratta di Angelo de Prisco, con una brillante carriera alle spalle svolta presso il Ministero dell’Interno, che è stato promosso Prefetto e nominato alla guida della prefettura di Teramo.