Lo ha annunciato oggi Moderna, l’azienda statunitense con sede nel Massachussetts che negli scorsi giorni ha ricevuto dalle autorità di Washington il via libera per la fase 2 di sviluppo del vaccino.
La valutazione si basa sui risultati ottenuti dalla somministrazione di due dosi a un primo gruppo di otto pazienti volontari. Questi ultimi hanno prodotto anticorpi che sono stati successivamente testati in laboratorio e che si sono mostrati in grado di impedire al virus di replicarsi, fattore essenziale per lo sviluppo di un vaccino efficace. I livelli di anticorpi prodotti dalle dosi somministrate da Moderna sono inoltre apparsi simili a quelli sviluppati dai pazienti che sono guariti dopo aver contratto il Covid-19. L’azienda ha fatto sapere che sta procedendo su una tabella di marcia accelerata: presto verranno coinvolti altri 600 pazienti, mentre la terza fase dovrebbe iniziare a luglio con la partecipazione di migliaia di soggetti sani.
Se tutto andrà per il meglio, secondo il dirigente medico di Moderna Tal Zaks, il vaccino potrebbe essere pronto per l’uso già alla fine di quest’anno o all’inizio del 2021. Non e’ tuttavia ancora chiaro quanti dosi saranno disponibili. “Stiamo facendo del nostro meglio per produrne il più possibile”, ha detto Zaks. Al momento sullo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus sono al lavoro decine di istituti e aziende negli Stati Uniti, in Europa, in India e in Cina. La tecnologia utilizzata da Moderna si basa su un segmento di materiale genetico del virus noto come mRna e ha già avuto successo sui topi da laboratorio. Ne sono state testate tre dosi: una bassa, una media e una alta. I promettenti risultati iniziali sono basati sugli esperimenti effettuati con dosi medie e basse. Le dosi alte hanno invece provocato febbre, dolori muscolari e mal di testa a tre pazienti, effetti collaterali che – ha precisato Zaks – tuttavia non sono durati più di un giorno.