Nel fiume di carte, riunioni e dibattiti di questi ultimi anni, ho toccato con mano i guasti incalcolabili che la scolarizzazione sociologista ha fatto a noi tutti.
Con grande pregiudizio alle cose da fare a tutto vantaggio della prolissità inutile delle parole. Vale soprattutto nella Amministrazione pubblica.
Vale soprattutto per i tecnici, peggio se dediti all’ambiente o alle politiche sociali.
Con alcune eccezioni, ovvio.
Una complessità del linguaggio che articolano in maniera “modulare” come i mobili componibili e come le scatole, come in quei “temari” fatti per alunni asini, con frasi fatte, interscambiabili e buone per ogni traccia; per lo più prive del principio di realtà e semplicità.
Dove per spiegare ciò che si deve fare, si assembla un complesso di concetti tecnici tesi ad intimidire l’interlocutore come promananti da una autorità onnisciente rispetto a chi, munito magari di una buona cultura di base e di una certa dimestichezza col linguaggio e con l’analisi logica, lo si vorrebbe ridurre ad ignorante.
Quando incontrate architetti, ingegneri, scienziati dell’ambiente, sociologi economisti ecc., preoccupatevi per principio.
Alzeranno spesso (non tutti, non quelli davvero intelligenti) la loro cortina fumogena di concetti tecnicisti (non tecnici) per non farvi capire quello che si può o non si può fare; e soprattutto, come e quando va fatto.
Perciò raccogliendo tardivamente la lezione di mio padre, uno che maneggiava sintassi latina e italiana alla stregua di un linguista, e che volle educarmi a tanto, e ancor dopo quella di un impareggiabile maestro del diritto (che è logica e sintesi del pensiero), metteteli allo scoperto con una semplice sequenza di: soggetto predicato e complemento.
Fate domande semplici, logiche e dirette.
Dovranno rispondervi da esseri umani, non da sacerdoti del nulla cosmico.
Non consentite loro di fare chiacchiere. E come diceva un tale da cui trassero ispirazione gli evangelisti: sia la tua parola si si, no no.
Ecco a due anni dalla scadenza del mandato, avendo studiato e imparato qualcosa, sono giunto a questa conclusione. Sarà poco ma è già tanto. Ed è chiave di condotta per ogni azione, ancor più se politica,che tenga i tecnici d’ogni ambito, al rango di tecnici, e basta.
Alla fine, ci salveranno gli avvocati.