Aperto e subito richiuso. Il Real Bosco di Capodimonte era stato restituito alla città il 18 maggio, il primo giorno di apertura dei luoghi della cultura gestiti dal Mibact. Ma l’esperimento è risultato impossibile da gestire. Da una parte le innumerevoli infrazioni alle regole definite per mitigare il rischio del contagio, dall’altra l’assenza di accordo con le parti sociali per l’affiancamento della vigilanza ministeriale con personale di vigilanza privata all’interno Bosco, ha fatto prendere la decisione di ri-chiudere uno dei più grandi spazi verdi della città.
Un peccato. Anche perché per lungo tempo erano state studiate modalità per mitigare il rischio del contagio con percorsi differenziati per chi svolge attività fisica, chi va in bici e chi passeggia. Oltre al consiglio di osservare le regole sanitarie previste, come il divieto di assembramento, il distanziamento sanitario, l’uso dell mascherine (per chi non fa attività fisica).
Scoppia un po’ il caso. Il sindaco di Napoli de Magistris contrasta la decisione della Direzione del museo e chiede l’immediata riapertura. Ma non si comprende come conciliare il benessere dei cittadini, la loro protezione con una gestione inadeguata da una parte e una mancanza di rispetto delle regole da parte dei visitatori dall’altra.