“Abbiamo già offerto tanto come famiglia per mano della camorra, lo Stato non ci ha mai regalato nulla, e ora alla fine di questa vertenza Jabil mi trovo anche senza lavoro. Come mi posso sentire? Completamente abbandonato dalle istituzioni, proprio come mia moglie”. E’ toccante la testimonianza di Pietro Della Cave, lavoratore appena licenziato dalla Jabil, marito di Mimma Noviello, figlia dell’imprenditore Domenico Noviello, ucciso dalla camorra nel maggio del 2008, durante la stagione del terrore firmata dall’ala stragista dei Casalesi guidati da Giuseppe Setola. Delle Cave parla di senso di solitudine, proprio come la moglie Mimma che qualche giorno fa, in una lettera non cui ricordava il papà, scriveva che “le scarcerazioni scellerate di persone che fuori hanno ucciso senza pietà, mi fanno provare quella stessa solitudine che provava mio padre, uomo onesto, ucciso per mano di feroci assassini”.
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