Alla fine, bocciato il consuntivo. Va a casa il consiglio comunale di Pagani. Unità d’intenti per mettere fine ad uno stillicidio, ad una sorta di guerra per bande, tra amici di un tempo e nemici adesso. Circa quattro ore di consiglio comunale, l’ultimo di una consigliatura breve, travagliata e inficiata dall’origine. I consiglieri comunali, compresi quelli dell’amministrazione Bottone, pur nella comprensibile difficoltà di arrivare ad una decisione secca, hanno detto no al conto consuntivo del 2018. Gli effetti sono scontati, il no della maggioranza dei presenti porta allo scioglimento del consiglio comunale, che era rimasto in carica fino a nuove elezioni pur in presenza della presenza di un commissario e di due sub commissari, arrivati dopo le dimissioni della facente funzioni Sessa, che aveva sostituito il decaduto Gambino. Fino a settembre l’amministrazione della città resterà nelle mani di Amendola, Auricchio e Rivetti. Il ritorno alle urne, al momento, si profila persino complicato nello scenario. Il centrodestra è spaccatissimo. Si profilano due candidature in rosa, Sessa e Fezza, con registi alle spalle, La sinistra, con l’aiuto del centro e soprattutto del civismo che va oltre l’ideologia, può giocarsi una bella carta. Non con Bottone, destinato alle regionali col Psi, ma con un progetto serio, nuovo e diverso che vien molto prima della scelta del candidato a sindaco.
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