È ancora scontro tra Regioni e governo sull’election day, una data unica per accorpare elezioni regionali, comunali e referendum sul taglio dei parlamentari, che l’esecutivo è sempre più orientato a fissare per il 20 settembre. I presidenti di Liguria, Puglia, Veneto, Campania e Marche, Giovanni Toti, Michele Emiliano, Luca Zaia, Vincenzo De Luca e Luca Ceriscioli hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica Mattarella, esprimendo la loro contrarietà all’ipotesi di andare al voto in quella giornata: “Riteniamo inopportuna la fissazione di una data che pregiudichi la riapertura delle scuole”. Per i 5 Presidenti delle Regioni che andranno al voto (manca la firma della Toscana) “la durata certa degli organi legislativi è un principio fondamentale dello Stato democratico tant’è che la Costituzione stessa prevede tempi certi per la ricostituzione delle Camere e divieto di proroga delle stesse se non in caso di guerra (Art.60)”. I governatori vorrebbero che si andasse al voto già a fine luglio.
“In considerazione della peculiare situazione sanitaria in atto, il Governo, con il DL 26/2020, ha ritenuto di disporre la proroga delle legislature regionali, per un periodo di tre mesi, ossia fino al 30 agosto 2020, disponendo però che, a differenza di quanto normalmente avviene, la data delle elezioni possa essere fissata soltanto nei 60 giorni successivi, ossia nei mesi di settembre e ottobre”.
Lamorgese, ministra dell’Interno, mantiene ferma la barra di una decisione informalmente già presa, cioè voto il 20 settembre. Lo scontro, l’ennesimo, tra autorità centrale e regionali è esploso. I Governatori, diciamolo francamente, vorrebbero anticipare il voto per intascare subito la vittoria, a fase emergenziale quasi finita e prima che ne possa un’altra, che magari andrebbe di pari passo con pressanti momenti di contestazione sociale causa tasche vuote. E’ un calcolo politico e basta, non c’entra l’epidemia. E’ dovere, a questo, dello Stato centrale non alzare la voce ma far valere le regole, tutti a votare il 20 settembre, che sembra onestamente la data giusta rispetto ad altre ipotesi o considerazioni.