Alle 10 e 12 minuti del 28 maggio 1974, piazza della Loggia a Brescia, fu teatro di un gravissimo colpo alla democrazia e alla convivenza civile: un ordigno fu fatto esplodere in un contenitore della spazzatura provocando la morte di otto persone e il ferimento di altre cento circa.
Il vile attentato fu messo in atto durante una manifestazione indetta da sindacalisti e antifascisti, scesi in piazza per protestare contro una serie di attentati avvenuti nella zona.
Le indagini furono lunghe e complesse, la paternità della strage venne rivendicata da Ordine nero e da Anno zero-Ordine nuovo.
Il giorno prima del fatto, un messaggio proveniente da Ordine nero-Gruppo Anno zero-Briexien Gau e diretto a quotidiani di Brescia aveva preannunciato attentati contro gli esercizi pubblici.
Nel messaggio si leggeva che, attraverso gli attentati, si intendeva anche ricordare la morte di un giovane bresciano avvenuta qualche giorno prima a seguito dello scoppio di una bomba trasportata sulla sua moto. SI trattava di un giovane militante in formazioni extraparlamentari di estrema destra, oltre che in contatto con “elementi dell’oltranzismo nero di Milano e Verona”.
La sua morte aveva suscitato nella città di Brescia una fortissima emozione legittimando però l’opinione diffusa che gli attentati e le aggressioni di quegli stessi giorni, nelle scuole e contro le sedi di partiti della sinistra e di organizzazioni sindacali, avevano posto la città al centro di una “manovra eversiva” che aveva il chiaro intento di opporsi ai mutamenti sociali di carattere progressista.
Per questi motivi, sindacalisti e antifascisti avevano indetto la manifestazione del 28 maggio conclusasi poi con la sanguinosa strage che dopo molti rinvii, depistaggi e processi, ha visto riconosciuti i suoi colpevoli.
Sono stati condannati alcuni membri del gruppo neofascista Ordine Nuovo; quali esecutori materiali vennero riconosciuti Maurizio Tramonte (condannato in appello, in qualità di “fonte Tritone” dei Servizi Segreti Italiani), assieme ai già detenuti Carlo Digilio (addetto agli esplosivi) e Marcello Soffiati (il quale ha trasportato l’ordigno). Come mandante è stato condannato, in appello, il dirigente ordinovista Carlo Maria Maggi. Gli altri imputati, tra cui Delfo Zorzi, il generale Francesco Delfino e l’ex segretario del MSI e fondatore del Centro Studi Ordine Nuovo Pino Rauti furono assolti.
Assieme alla strage di Piazza Fontana, alla strage del treno Italicus, alla strage di Bologna, la strage di Piazza della Loggia è ritenuto uno degli attentati più gravi degli anni di piombo.
A Brescia, il 28 maggio 1974, persero la vita: Giulietta Banzi Bazoli (34 anni), Livia Bottardi Milani (32 anni), Clementina Calzari Trebeschi (31 anni), Alberto Trebeschi (37 anni), Euplo Natali (69 anni), Luigi Pinto (25 anni), Bartolomeo Talenti (56 anni), Vittorio Zambarda (60 anni).
MARIA LOMBARDI