Le proposte che la LND porterà nel prossimo Consiglio Federale hanno scatenato non poche polemiche, ma il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha mostrato grande vicinanza e approvato il modus operandi dei dilettanti. Parla Cosimo Sibilia, presidente Lnd: “Parole di Malagò? Sicuramente fanno piacere, si vede che ha riconosciuto un ruolo, quello della Lega Dilettanti, del Consiglio direttivo della Lega Dilettanti, che ha dovuto prendere una decisione che ovviamente non sta bene a tutti, però poi alla fine quando c’è da decidere, se si raggiunge un obiettivo di unanimità come l’abbiamo raggiunto noi in Consiglio direttivo, sta a significare che dopo qualche ora di discussione si è smussato ogni angolo. C’erano ovviamente dei pareri, che non erano contrastanti, ma erano questioni che si affrontavano di volta in volta, e fortunatamente abbiamo raggiunto quell’unanimità che rafforza molto la LND. Io mi rendo conto che, come dicevo prima, sicuramente non abbiamo reso tutti felici, però ci tengo a precisare che da parte nostra non c’era alcuna voglia di dare un dispiacere e mi rendo conto che poi quando si deve decidere non c’è mai chi rimane totalmente soddisfatto, ma queste sono scelte che si devono fare. Noi abbiamo seguito quello che è stato l’indirizzo del Consiglio Federale, quando c’è stata la delibera che ha riguardato la Lega Pro, tutti quanti ricorderanno che quest’ultima è arrivata in Consiglio con una proposta che non è stata approvata e soprattutto è stato poi deliberato che per i nostri campionati, di vertice della Lega Dilettanti e quarto campionato d’Italia, c’era necessità di premiare il merito. Da parte nostra c’è grande solidarietà, alla fine le decisioni prese arrivano da indicazioni del comunicato n.1, che tutti i presidenti conoscono, dell’inizio stagione, quindi noi abbiamo applicato le norme che prevedono il merito e il demerito, una promozione e quattro retrocessioni”.
La LND e le varie anime che la compongono, da sempre si trovano ad affrontare tante difficoltà economico-organizzative, l’emergenza Coronavirus oggi ha fatto emergere tante situazioni già oggetto di attenzione negli ultimi tempi: “Sappiamo benissimo quanta fatica si fa per portare avanti il calcio di base, il calcio dilettantistico, il calcio dei giovani e del settore giovanile. Io nel mese di febbraio senza esitazione ho bloccato i campionati della Lombardia, del Veneto, del Piemonte e dell’Emilia Romagna, e poi successivamente tutti gli altri, ma ho tenuto sempre quella fiammella accesa per poter riprendere i nostri campionati, volevo che l’ultimo giudice fosse sempre il rettangolo di gioco. Purtroppo questa tragedia che ci ha colpito, il coronavirus, ci ha messo nelle condizioni di dover fare un passo indietro, anche perchè i protocolli per i professionisti non erano applicabili sicuramente al nostro mondo. Quindi abbiamo dovuto prendere questa decisione, che è una decisione che non fa piacere prendere soprattutto per quanto riguarda le retrocessioni, soprattutto per quelle che squadre che erano più vicine alla meta della salvezza. Dobbiamo tutti renderci conto che in un momento così difficile prendere delle decisioni è assolutamente complicato, posso garantire che in modo naturale abbiamo fatto di tutto per creare meno danni possibili, ci siamo riusciti o no io non lo so, saranno poi gli altri a dirlo. Io una cosa sola ci tengo a precisare, io sono per la dialettica, per la correttezza nei rapporti, ma una cosa che non concepisco è l’offesa, io non ho nessun interesse nel far retrocedere una squadra piuttosto che un’altra. Poi voglio ricordare che questa è una proposta della LND poi c’è la ratifica del Consiglio Federale e poi ci saranno gradi di giudizio che potranno dare a chi ne farà ricorso una risposta. Io capisco la critica, ma in questi giorni ho saputo che sono stati offesi molti miei collaboratori, il dipartimento interregionale, io posso dire che hanno fatto tutto col massimo scrupolo e il Consiglio direttivo dopo ore di studio ha fatto tutto col massimo scrupolo e su questo possono stare tutti tranquilli”.
Grazie agli ultimi decreti del Governo, per il calcio italiano potrebbe finalmente aprirsi una stagione di grandi riforme da tempo auspicate, dalla B a due gironi ad una Serie C sotto l’egida dei dilettanti e tante altre possibilità: “Io sono fortemente convinto che in Italia abbiamo troppe squadre professionistiche. Abbiamo 100 squadre e il nostro sistema non regge più, quindi per quanto mi riguarda, quando ho fatto il passo indietro, gli addetti ai lavori lo sanno benissimo, che io quando sono stato contrario al commissariamento ho appoggiato il presidente attuale della lega italiana gioco calcio, Gravina, nel nostro programma c’è questa riforma che deve dare proprio risposte nel ridurre il numero di squadre professionistiche e poi stabilire in che termini fare questo lavoro. Con questo decreto che noi abbiamo avuto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, abbiamo la possibilità di fare le riforme anche abbreviando i tempi, le condizioni al momento ci sono e noi dobbiamo sfruttare quest’occasione, più unica che rara. Per quanto mi riguarda, la LND aveva già sollecitato sul tema, ne abbiamo parlato più volte e devo dire che il Presidente Federale nell’ultimo consiglio ha proprio sottolineato questo, e il ragionamento era iniziato anche prima che ci fosse quest’emergenza sanitaria. Siamo convinti che queste riforme siano improcrastinabili, non si può più aspettare, dobbiamo procedere”.
Date, adempimenti e iscrizioni, bisogna guardare con grande concretezza alla ripresa: “Noi abbiamo voluto fortemente ricominciare il 1 luglio, proprio perchè dobbiamo cercare di accelerare e ripartire il prima possibile, anche questo è uno dei motivi per cui abbiamo preso determinate decisioni. Quando abbiamo deciso sulle retrocessioni, abbiamo anche considerato questo: qualcuno pensava, e leggo dai giornali, che potevamo essere più larghi nel far retrocedere meno e quindi allargare i gironi. Non è così, perchè noi non sappiamo con precisione quando possiamo iniziare. Quando mi si danno questi suggerimenti, mi chiedo per quale motivo una società che è di qualità, virtuosa, deve fare più partite in un anno, non sappiamo quando iniziamo, non sappiamo quando finiamo, quindi è il demerito sportivo che deve essere penalizzato è si è deciso di andare anche in quella direzione. Ripartiremo dunque il 1 luglio, sperando che questa tragedia sia solo un brutto ricordo, quindi tutto rimarrà come prima dal punto di vista temporale, 1 luglio al 30 giugno 2021. Adempimenti iscrizioni? Si, poi ovviamente sarà data comunicazione, liste di svincolo, tesseramenti, una volta chiuso col Consiglio Federale noi avremo la possibilità di comunicare alle società quelli che sono gli adempimenti per ripartire il 1 luglio, sperando ovviamente che il tutto si possa sistemare dal punto di vista sanitario”.
Diverse società hanno paventato l’ipotesi di presentare ricorsi avverso le decisioni, se saranno confermate dal Consiglio Federale, della LND: “C’è il ricorso possibile al Collegio di Garanzia del Coni e poi ci sono Tar e Consiglio di Stato, il tutto si deve chiudere in 45 giorni. Noi abbiamo fatto delle scelte, se qualche presidente le dovesse ritenere sbagliate allora si ricorrerà al Collegio di Garanzia del Coni e alle autorità giudiziarie amministrative. Io devo dire che sono stato contattato in merito, ma noi di certo non ci offendiamo se qualcuno vuole fare ricorso, ci mancherebbe altro. Noi pensiamo d’aver fatto la scelta migliore, poi se c’è un’autorità superiore che ci dice che dobbiamo fare altro, siamo pronti a fare non uno ma dieci passi indietro, partendo dal fatto che la nostra è una proposta al Consiglio Federale, che diventerà esecutiva solo col voto del Consiglio Federale”.
Terz’ultima e quart’ultima avrebbero dovuto fare i playout ma retrocederanno, tanti club chiedono quale sia stata l’idea che ha portato a questa decisione, inoltre chi è stato ripescato l’anno scorso quest’anno se retrocesso rischia una duplice beffa: “Come abbiamo stabilito la cristallizzazione delle classifiche? Siamo andati sul C.U. n.1 che prevede una promozione e quattro retrocessioni, si poteva anche pensare, e c’è stata anche qualche proposta, che fossero retrocesse solo le società che erano direttamente interessate: le ultime due. Il problema è che noi dovevamo avere 36 retrocessioni, facendo i conteggi poi dovevamo considerare chi viene dall’Eccellenza, chi ha vinto il campionato, le seconde a pari merito, avevamo degli spazi che dovevamo per forza liberare, questo è stato il motivo per cui il dipartimento interregionale ha fatto questa proposta. Ripescaggi? Magari chi è stato ripescato l’anno scorso ha fatto investimenti, ma ora si trova retrocesso e non può essere più ripescato per qualche anno, ma queste sono valutazioni che saranno fatte al momento opportuno e quindi vedremo. La rabbia del momento io la accetto, è fuori discussione, io vengo da questo mondo e sono stato dirigente di società. Quindi sì alla dialettica, sì alla discussione, ma non all’offesa, perchè tutto questo non è stato fatto a cuor leggero“.
Qualora dovessero essere approvate le proposte della LND, bisognerà poi definire la questione anche a livello regionale: “I componenti del Consiglio direttivo della LND hanno votato affinchè il Consiglio Federale desse una delega al Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, il sottoscritto, per poi passare all’attività regionale. Quindi anche su questo faremo una valutazione immediatamente dopo il Consiglio Federale, io convocherò un Consiglio direttivo e prenderemo le decisioni più opportune“.
Appurato che il protocollo della commissione medica della FIGC non è applicabile ai dilettanti, per il futuro però serviranno comunque un documento e delle linee guida ben definite in tal senso: “Tutte le componenti discuteranno di questo, credo ci siano delle buone possibilità che si possa riprendere. Un giornalista mi ha chiesto come fosse possibile, se riaprono i teatri non riaprono anche gli stadi per il pubblico. Sono tutte questioni che bisogna approfondire, io per esempio sono sempre stato dell’idea che i tempi li detta il Coronavirus, se la curva dei contagi continua a scendere allora potremmo pensare di iniziare a riprendere con gli allenamenti dal 13-14 giugno. Una volta definita la ripresa per i professionisti, successivamente credo che anche per quanto riguarda l’afflusso del pubblico saranno fatte valutazioni, il calcio ha senso solo se c’è il pubblico e speriamo di ricominciare nel migliore dei modi. Si potrebbe pensare di riaprire parzialmente gli stadi ad una percentuale piccola di pubblico“.
Ormai da tanti anni si discute sulla riforma dei campionati, non solo per ridurre il numero di squadre professionistiche: “Nell’ultimo Consiglio Federale il Presidente Gravina ha chiarito che appena definiti i prossimi passaggi sulla ripresa e conclusione della stagione 2019/20, poi si passerà subito a ragionare sulle riforme, ci è stato riferito di prepararci già in tal senso. Nel mese di Giugno dovrebbe essere convocato questo tavolo, parliamo di riforme attese da tanti anni. Io non vorrò mai che ci siano penalizzazioni per la mia Lega, capisco che bisogna raggiungere un obiettivo comune ma per quanto ci riguarda faremo in modo che questo processo non avvenga a danno di una delle componenti. Ecco perchè bisogna convergere per un progetto, e non è semplicissimo portare avanti una riforma che si attende da decenni. Serie C2 o Serie D élite? Proprio a questo mi riferivo quando parlavo di penalizzazioni. Noi ora partiamo dalla Lega Nazionale Dilettanti, per arrivare in Serie A per esempio c’è stata una società che è ripartita da noi, il Parma, poi ha fatto C, B ed A, sono tre campionati, se cominciano a dirci che anzichè tre campionati ne dobbiamo fare quattro. Io ovviamente non sono disponibile a discutere su questo, poi però mi rendo conto che noi dobbiamo dare una valutazione e per un bene comune rinunciare a qualcosa, ma non possono chiederci di aggiungere un gradino a quella che è la scala. Non credo sia giusto, partendo dal campionato dilettanti, fare uno scalino in più per arrivare in Serie A”.
Il numero uno della LND poi annuncia una proposta in merito agli under e allo sviluppo dei giovani nei dilettanti, tema sempre caldo con tanti allenatori che faticano ad accettare incarichi in D e nelle categorie minori proprio per questo: “Dal 2017 ho investito molto nei giovani, abbiamo tante rappresentative regionali partendo dall’Under 15 fino all’Under 19, partecipiamo a tanti tornei ed abbiamo raggiunto obiettivi importanti, diversi ragazzi sono arrivati quasi in nazionale, altri gravitano in lega pro, nella B, nella A. Ho preteso che anche a livello regionale si andasse in questa direzione, però mi rendo conto che c’è chi ha un disagio effettivo dal dover schierare per forza questi giovani, ma credo che la maggioranza la pensi in maniera differente. Noi vogliamo investire ancora molto nei giovani e quest’anno ad esempio io ho proposto che, dato che non è stato portato a termine il campionato, il blocco degli under previsti per quest’anno rimanga lo stesso dell’anno precedente. Tutti gli under che giocavano quest’anno saranno under anche nella stagione seguente, però stiamo facendo diverse valutazioni. Io però dico una cosa, c’è la maturità da parte degli allenatori a far giocare i giovani se cambiamo la regola? Io credo che l’obbligo che c’è dalla Promozione alla D aiuti a dare spazio a tanti giovani, che altrimenti non giocherebbero, noi stessi abbiamo dato dei premi per Giovani D Valore e società che fanno giocare i giovani. Il dibattito resta molto attuale, appena superato questo brutto periodo potremo discuterne, siamo aperti anche ad altre soluzioni”.
Aiuti economici e misure per i dilettanti, che nelle scorse settimane hanno precisato che potrebbe esserci un 30% di perdite in termini di società, sarà necessario qualche fondo, magari tesseramenti e iscrizioni gratis: “Noi abbiamo fatto prima una valutazione attraverso i nostri consulenti, ed abbiamo stimato una perdita forte delle nostre squadre, abbiamo circa 12mila società in Italia e abbiamo 65mila squadre organizziamo fino a 600mila partite all’anno con oltre un milione di tesserati coinvolti. Quindi noi rischiamo di perdere più di 3mila società e circa 20mila squadre, io ho posto questa situazione all’attenzione del Governo, del Coni, della Uefa, della Fifa, della FIGC, abbiamo inoltrato questo documento a tutte le autorità. La LND dal 2017 ha portato avanti una politica molto parsimoniosa, come lega dilettanti abbiamo il piacere e l’orgoglio di dire che abbiamo bilanci sani, quindi tutto quello che potremo fare per alleviare le fatiche dei nostri dirigenti lo faremo, tenete presente che sono tre mesi che non giochiamo abbiamo 350 dipendenti in Italia e 2mila collaboratori, ogni mese fate due conti per capire cosa ci serve per stare in piedi. Abbiamo inoltre stabilito che quanto si risparmierà da Milano-Cortina andrà alle ASD, ma io cerco di sottolineare anche quanto riferito dal Ministro dello Sport, 400 milioni di Euro per le società sportive dilettantistiche che non sono solo quelle del calcio ma anche delle altre federazioni, chiaro che quelle del calcio sono di numero più imponente, io aspetto fiducioso che dopo gli annunci ci sia una vicinanza concreta. Io ho fatto presente che se riparte il calcio di base, il calcio dilettantistico, riparte il paese, noi siamo lo specchio del paese, noi abbiamo in Italia tante società e ci sono pochissimi comuni che non hanno una squadra di calcio, cerco di far comprendere che noi svolgiamo anche un ruolo sociale e non solo sportivo. Abbiamo calcio femminile, calcio a 5, beach soccer del quale siamo campioni d’europa e vice campioni del mondo, terza categoria, seconda categoria, prima categoria, calcio amatoriale, il nostro è un mondo che fa formazione dei giovani e vorrei farlo capire alle autorità governative. Ecco perchè il nostro obiettivo è sempre stato far ricominciare i campionati, siamo stati al tavolo di tutte le trattative che c’erano col Governo, con le Federazioni, col Coni, con l’Uefa, questo è il motivo per cui la lega dilettanti è ancora al centro dell’attenzione”.