Il 10 giugno 1924 la bestia fascista strappava alla vita il socialista Giacomo Matteotti, detto “Tempesta” dai suoi compagni di partito, perché proprio una tempesta ricordava, con la sua determinata ed instancabile foga antifascista.
Ai fascisti neo-maggioranza in aula, così si rivolgeva dai banchi del Partito Socialista Unitario: «La lista di maggioranza governativa, la quale nominalmente ha ottenuto una votazione di quattro milioni e tanti voti, cotesta lista non li ha ottenuti di fatto e liberamente, ed è dubitabile quindi se essa abbia ottenuto quel tanto di percentuale che è necessario per conquistare, anche secondo la vostra legge, i due terzi dei posti che le sono stati attribuiti! E quindi contestiamo in questo luogo e in tronco la validità della elezione della maggioranza.
L’elezione, secondo noi, è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni».«Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me».