I carabinieri hanno notificato 44 avvisi di garanzia ad altrettanti poliziotti della Polizia Penitenziaria nell’ambito di un’indagine della locale Procura relativa ai presunti pestaggi di detenuti avvenuti il 6 aprile scorso durante il lockdown. Tra i reati contestati quello di tortura. Presenti anche i vertici della Procura di Santa Maria Capua Vetere, il Capo Maria Antonietta Troncone e l’Aggiunto Alessandro Milita con il sostituto Daniela Pannone.
ùAlcuni agenti della Penitenziaria sono saliti sui tetti del carcere per protesta, altri si sono dati malati. La tensione è iniziata stamani quando una ventina di carabinieri ha identificato i poliziotti della Penitenziaria in servizio al carcere. La moglie di un detenuto, Daniela Avitabile, racconta quanto visto stamani. “Sono arrivata alle 7 e c’erano parecchi carabinieri che fermavano le auto in arrivo al carcere; io sono stata fermata e mi hanno fatto passare, mentre gli agenti li trattenevano per identificarli. Gli altri agenti della Penitenziaria già dentro sono stati fatti uscire dalla struttura; c’è stata tensione“.
“Perché questa eccessiva spettacolarizzazione?” si chiede l’assistente capo della Penitenziaria, in servizio a Santa Maria Capua Vetere, Gaetano Napoleone. “Bastava andare a casa dei poliziotti, anche per una questione di rispetto tra Corpi dello Stato” prosegue Napoleone. “Quel maledetto sei aprile – aggiunge – noi cercammo solo di riportare la calma tra i detenuti. Ed ora ci ritroviamo indagati mentre nessun detenuto ha pagato nulla, neanche un danno; eppure abbiamo avuto danni per centinaia di migliaia di euro. Siamo arrabbiati, perché ci sentiamo trattati male“. Qualche poliziotto per protesta ha lasciato il servizio dandosi malato.