Il Comune di Castellammare di Stabia si prepara a lanciare un progetto ambizioso e innovativo per cercare di risolvere, una volta per tutte, la problematica legata al traffico e alla sosta selvaggia. Un piano studiato per mesi dal Sindaco Gaetano Cimmino e dall’Assessore Gianpaolo Scafarto e ormai pronto per essere illustrato alle associazioni di categoria e soprattutto alla città. Un progetto che si propone di migliorare la qualità della vita di migliaia di cittadini e visitatori che, loro malgrado, in particolar modo durante il weekend, si ritrovano ad essere prigionieri della movida e del caos cittadino. L’idea è quella di valorizzare le aree di sosta per ridurre drasticamente il numero di auto nel centro cittadino.
Tutto è partito da un’inchiesta sugli chalet all’Acqua della Madonna. Nasce così un’inchiesta su corruzione e sesso, come merce di scambio per entrare nel trasporto pubblico, che coinvolge imprenditori e funzionari provinciali e regionali. Ma in una mappa della Dda, che va da Napoli a Capri, è Castellammare ad avere un ruolo strategico. La città che, nelle carte dell’inchiesta, è il quartiere generale da cui il clan D’Alessandro fa partire i suoi interessi. E, quindi, a maggior ragione in casa sua avrebbe “condizionato il sistema degli appalti pubblici”. Partendo dal bando pubblicato dall’Autorità portuale per assegnare gli chalet all’Acqua della Madonna si arriva prima ad un flop, con solo due offerte, e poi ad un’assegnazione mesi dopo la scadenza. Una gara nel regno dei D’Alessandro, su cui l’inchiesta ora è arrivata ad un punto di svolta seguendo i percorsi di un imprenditore che, apparentemente, con Castellammare non avrebbe nulla a che vedere. Alfonso Ronca, indagato per corruzione, si occupa di trasporti a Sorrento, ma ad ascoltare le conversazioni intercettate dagli inquirenti emerge una realtà tanto diversa da fare ritenere ai pm della Dda, Cimmarotta e Woodcock, che si tratti di un imprenditore dai presunti legami con la cosca di Scanzano. Tanto da considerare Castellammare un territorio in cui non si fanno affari senza il suo permesso.
Il Gruppo della Guardia di Finanza di Torre Annunziata ha sequestrato, nel comune di Lettere (NA), nell’area montuosa dei Monti Lattari, due piantagioni di “cannabis indica” ben mimetizzata dietro una fitta vegetazione.La scoperta è stata effettuata dai finanzieri della Compagnia di Castellammare di Stabia in collaborazione con i colleghi della Sezione Aerea di Napoli.
Le 102 piante rinvenute, di altezza variabile tra i 180 e i 240 cm, erano ben protette da un sistema di recinzioni e di “offendicula” costruite “ad hoc”, mediante rovi di spine e palizzate di legno tese ad impedire l’accesso fisico nell’area interessata.Al termine, le Fiamme Gialle stabiesi hanno sequestrato gli arbusti di marijuana, che sono stati distrutti direttamente sul terreno dove erano coltivate in base alle disposizioni dell’Autorità Giudiziaria.