40 anni dopo: e se arrivasse finalmente la verità su Ustica? Sete di giustizia. Bisogno di verità. Necessità di chiarire un capitolo di dolore lungo 40 anni. È dal 27 giugno 1980 che i familiari di chi ha perso la vita sul volo Dc9 della compagnia Itavia, in volo di linea da Bologna a Palermo, chiede di sapere chi è stato.
Lo ribadisce anche oggi Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime: «Non è possibile che dopo 40 anni nessuno ci dica ancora la verità. Ustica non è un mistero italiano, si sa esattamente quello che è successo e un giudice lo ha messo per iscritto: l’aereo è stato colpito da un missile». Dei 77 passeggeri e i 4 membri dell’equipaggio non si salvò nessuno. Alle 20.59 di 40 anni fa, il DC-9 IH870 scompare dai radar. L’aereo si trova a metà strada tra Ponza e Ustica. Da quel momento solo un lungo, lunghissimo tunnel di mistero, omissioni, silenzi e dolore.
40 anni dopo: e se arrivasse finalmente la verità su Ustica?
Daria Bonfietti incalza: «Oggi quello che ci manca e che vogliamo sapere è chi è stato ad abbattere un aereo nei cieli italiani in tempo di pace Questo è quello che chiediamo al governo: che faccia tutto il possibile per darci l’ultimo pezzo di verità che manca».
Stamattina alle 10, a Bologna, è prevista la commemorazione del quarantennale della strage alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico. L’orario non è stato scelto a caso: alle 10 del mattino del 27 giugno 1980, la sede centrale del Sismi riceve un allarme rosso dal Libano. Un telegramma cifrato che per decenni è stato coperto da segreto di Stato, declassificato in parte nel 2014 e che ancora è considerato «segretissimo».