Voto di scambio, la Campania trema. Alle battute finali l’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata dai pubblici ministeri Henry John Woodcock e Maurizio De Marco per voto di scambio (con l’aggravante del metodo mafioso).
Sono 27 gli indagati che hanno ricevuto il 28 maggio scorso l’avviso di conclusione di indagine. Le accuse sono pesantissime: voti in cambio di denaro con l’aiuto dei clan operanti nell’area nord di Napoli e nel quartiere Secondigliano-Scampia (Di Lauro, Pagano, Licciardi).
Le indagini accendono i riflettori sulle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Napoli nel 2016: esponenti di primo piano della politica regionale campana avrebbero utilizzato ditte legate alla camorra per offrire posti di lavoro in campo di voti. Sono numerosi gli episodi intercettati dagli investigatori: alle Comunali del 2016 si sfidarono Gianni Lettieri, Luigi de Magistris e Valeria Valente.
Voto di scambio, la Campania trema
In un episodio un esponente di primo piano della politica cittadina tratta il pagamento di 500 euro a voto in occasioni delle Comunali del 2016. Decine gli episodi finiti sotto la lente d’ingrandimento dei pubblici ministeri. In un altro caso un senatore della Repubblica Italiana, originario della provincia di Napoli, prometteva l’assunzione in una ditta di trasporti legata alla criminalità organizzata di una persona in cambio del sostegno elettorale ai propri candidati.