La finale maschile di Wimbledon del 1980 ha segnato la storia del tennis. In campo c’era John McEnroe, un ragazzo di New York dai capelli crespi e dall’animo focoso; dall’altra parte della rete stava Bjorn Borg, quattro volte campione, svedese e dai capelli lunghi.
Il destrorso contro il mancino, il difensore contro l’attaccante, il ghiaccio svedese contro il fuoco americano, la macchina contro la geniale pazzia, la civiltà contro il ghetto. Insomma: una rivalità epica e intramontabile. I due campioni non si sono affrontati molte volte, 14 in quattrostagioni con un equilibrio pressoché perfetto: 7 vittorie ciascuno.
Proprio contro Borg, l’americano McEnroe aveva fatto il suo ingresso nella scena del tennis mondiale. Era il lontano 1978 e John appena 18enne, sotto gli occhi del re di Svezia, sconfisse a Stoccolma il padrone di casa Bjorn Borg. Lo fece in due set giocando un tennis impressionante. Fino a quel momento il campione svedese non aveva mai perso da un giocatore più giovane. Sempre contro Borg, McEnroe incoronò il suo sogno vincendo gli US Open e Wimbledon ’81. Bjorn rimase così impressionato da quelle partite che si ritirò piuttosto che doverlo affrontare nuovamente.
Ma il 5 luglio del 1980, esattamente 35 anni fa, fu il giorno di Borg. Questo è l’incontro tra i due che gli appassionati ricordano e celebrano maggiormente. Perché? Semplice, l’angelo ha trionfato sul demonio; un qualcosa che tutti hanno sempre voluto. Quella finale di Wimbledon rimane nell’animo di tutti come un commovente ricordo di un periodo d’oro ormai passato, quando il tennis ha raggiunto un picco di popolarità ed influenza culturale che sarebbe stato difficile raggiungere nuovamente.
La partita durò quasi quattro ore. 240 minuti di un classico contrasto di stili. Bjorn era noto per le sue partenze lente, ma quel giorno si superò: perse il primo 6-1 sbagliando ogni palla possibili e immaginabile. McEnroe sicuro delle sue possibilità aveva il secondo set in tasca ma nel momento di chiudereil parziale chissà qualipensieri gli inondarono la mente, fatto si perse giusto il tempo per permettere a Borg di agguantare il set 7-5. Finalmente il campione svedese si è svegliato mostrando i denti al demonio conquistando agevolmente il terzo set.
Anche il quarto set sembra essere svedese ma proprio sul più bello McEnroe mette a segno una serie di colpi scintillanti. SuperBrat e l’assassino procedono sino al tie-break, il quale per la prima volta a Wimbledon si giocò sul 6 pari (non più sull’8-8) e in caso di vittoria per Borg sarebbe stato il primo a vincerei Championships grazie ad un tie-break che si concluse 18-16 per l’americano. McEnroe salva 5 match point e al sesto set point grazie ad un drop shot di Iceman finito in rete, dopo aver giocato 34 punti, chiude il parziale 7-6. Il quinto e decisivo set fu una vera e propria guerra conclusasi incredibilmente 8-6 per Borg, il quale dopo quel tie-break da infarto sembrava essere spacciato. Il campione svedese in quel parziale perse solamente due punti al servizio.