Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del consigliere comunale Michele Russo.
“L’Amministrazione Comunale da sei mesi non riesce ad “accertare” chi sia il legale rappresentante di Scafati Sviluppo s.p.a., la società di proprietà comunale fallita, che si occupava della reindustrializzazione del sito ex-copmes. Anzi per essere più precisi, la Camera di Commercio certifica che il legale rappresentante è Alfonso Di Massa, come abbiamo evidenziato nel Consiglio Comunale del 23 Gennaio scorso. Da allora, nonostante diversi solleciti, nessun atto definitivo è stato prodotto dall’Amministrazione Comunale che smentisca la Camera di Commercio.
L’ultima nota pervenuta dalla segreteria del Comune, qualche giorno fa, ammette candidamente che non è stata ritrovata agli atti di ufficio l’accettazione della carica del soggetto che sarebbe subentrato a Di Massa, per cui si riferisce sempre nella nota che l’Amministrazione Comunale ha chiesto lumi alla Camera di Commercio. Un paradosso. L’ente che allo stato attuale certifica che il legale rappresentante è proprio Di Massa, dovrebbe fornire al Comune i documenti che smentiscano tale circostanza. Sarebbe comico se non fosse drammatica inconcludenza di un’Amministrazione che brancola nel buio. O forse semplicemente tenta di rinviare un accertamento che andava condotto immediatamente dopo la segnalazione fatta in Consiglio Comunale il 23 gennaio.
E’ pur vero che Scafati Sviluppo è stata dichiarata fallita ed attualmente sono i curatori fallimentari a gestire gli aspetti patrimoniali, ma è altrettanto vero che il curatore non assume mai la qualifica di legale rappresentante come ha più volte ribadito anche la Cassazione. Il curatore ed il legale rappresentante svolgono funzioni diverse e tutelano interessi diversi.
Ora è evidente che se una Amministrazione “non sa” chi sia il legale rappresentante della società, come minimo non sta seguendo con la dovuta attenzione la vicenda Scafati Sviluppo, l’evolversi della situazione, le decisioni assunte dal curatore, dal comitato dei creditori, del giudice. Siamo preoccupati per il futuro dell’area, degli imprenditori che avevano investito acquistando da Scafati Sviluppo ed ora si trovano con le azioni revocatorie e degli imprenditori che si erano già insediati.”