«Come fosse realmente la famosa foto di Coppi e Bartali che si passano la borraccia prima di essere “tagliata” io lo so da 50 anni e per il semplice motivo che sono forse l’unico ad avere l’originale nel cassetto. Ma non avevo mai pensato che il fatto potesse essere così interessante». Marino Vigna è un pezzo importante della storia del ciclismo italiano: classe 1938, ha vinto l’oro olimpico ai Giochi di Roma 1960 nell’inseguimento a squadre su pista, ha corso sei stagioni da professionista e diretto la nazionale prima di approdare come dirigente alla Cicli Bianchi. Poche settimane fa, Mario ha approfittato del lockdown per rimettere a posto il grande archivio familiare di immagini, ereditato in parte dal padre, anche lui ciclista. Ed ecco che durante il repulisti è sputata una stampa bianco e nero di grande formato (30×40 cm) della celeberrima foto del passaggio di borraccia tra Coppi e Bartali, scattata appunto da Carlo Martini su sfondo del Col du Telegraphe su cui per decenni si sono scervellati gli esperti, senza trovare risposte certe.
Chi passa la bottiglia a chi? Chi sta mollandola e chi invece la riceve? È vero che l’immagine è stata in qualche modo costruita per simbolizzare l’alleanza tra due eroi/rivali italiani per vincere la Grande Boucle? Ora la foto consegnata da Vigna al medico e storico ligure del ciclismo Carlo Delfino mostra una realtà diversa. È un «formato pieno», ovvero un’immagine stampata senza riquadrare il negativo originale ma mantenendone intatti i margini, consegnata al padre di Vigna dall’Agenzia Olimpia per tenerla negli archivi della Cicli Bianchi in cui lavorava. Grazie alla quale, miracolo, si scopre che Coppi e Bartali non sono soli ma che, alla loro sinistra, compare il belga Stan Ockers