Terzino destro e mediano del Faenza e della Fiorentina poi chiamato in Nazionale, campione di calcio e della vita, amante di arte, cultura e poesia, Bruno Neri lo vedete in questa foto all’inaugurazione dello stadio allora “Giovanni Berta” di Firenze.
La foto è del 1931, sugli spalti ci sono ancora i lavori in corso e noterete nel cerchietto rosso che Bruno è ostentatamente l’unico calciatore che rifiuta di fare il saluto fascista.
Campione della vita, dicevamo, tanto che poi si schiera con la Resistenza e da comandante partigiano il 10 luglio 1944 va a morire ucciso dai nazisti presso l’eremo di Gamogna a Marradi, in quella magica intercapedine di mondo tra Romagna e Appennino fiorentino dove aveva vissuto la sua vita.
Onore a te, Bruno, e ai troppi eroi partigiani dimenticati.
Onore al coraggio che hai avuto, quel giorno, di non alzare il braccio in un saluto nefasto.
La foto è del 1931, sugli spalti ci sono ancora i lavori in corso e noterete nel cerchietto rosso che Bruno è ostentatamente l’unico calciatore che rifiuta di fare il saluto fascista.
Campione della vita, dicevamo, tanto che poi si schiera con la Resistenza e da comandante partigiano il 10 luglio 1944 va a morire ucciso dai nazisti presso l’eremo di Gamogna a Marradi, in quella magica intercapedine di mondo tra Romagna e Appennino fiorentino dove aveva vissuto la sua vita.
Onore a te, Bruno, e ai troppi eroi partigiani dimenticati.
Onore al coraggio che hai avuto, quel giorno, di non alzare il braccio in un saluto nefasto.