Il nostro articolo “La Piazza del Nulla”ha aperto o riaperto un interessante dibattito, spazio alle parole di un addetto ai lavori, che ha un’idea di città e di centro decisamente da sposare.
E’ evidente che esista il pericolo – in verità abbastanza fondato – che le città possano diventare simili l’una all’altra; ciò è sicuramente possibile vista l’omologazione degli elementi di arredo utilizzati. Nel concetto di arredo urbano, infatti, c’è anche l’esigenza di studiare e realizzare la panchina, il lampione e gli altri arredi in modo da caratterizzare quel determinato luogo; questo si ottiene anche con l’uso di materiali tipici del luogo; nel nostro caso per la pavimentazione sarebbe stato bene usare la pietra calcarea insieme ai basoli tolti dal corso V. Emanuele; due tipi di pietre con colori diversi fondamentali per ritmare lo spazio.
Piazza Municipio, piazza S. Monica e via Matteotti come ambienti dal microclima particolare, un “agrumeto” capace di dare allo spazio una forma propria, indipendente dai frastagliati fronti edilizi che lo bordano: un ritorno a quando dai giardini all’interno della città i fiori degli agrumi diffondevano nell’aria il loro profumo.
Ambienti caratterizzati da un forte senso di accoglienza, dove colori e tessiture dei materiali contribuiscono a leggere la struttura urbana esistente e ad accentuare il carattere di centralità funzionale ed affettiva. Tutto questo utilizzando un arredo volutamente minimalista in modo da lasciare agli alberi e alla pavimentazione, la determinazione del carattere fondamentale del luogo.
DONATO FIORETTI