Era in carcere, aveva bisogno di cure. Niente, grida inascoltate. Poi la scelta di andarsene, durissima, da epilogo assai triste.La notizia di ieri ha scosso Scafati, una mazzata per chi lo conosceva e sapeva descriverlo senza etichettarlo, malgrado gli sbagli fatti.
Giovanni Cirillo 23enne scafatese di origini somale da tutti conosciuto come Jhonny aveva provato a riscattare una vita difficile attraverso la musica e attraverso il rap ma nelle scorse settimane era finito in carcere per alcuni guai giudiziari. In molti sui social lo difendono sostenendo che “non era un delinquente”.
Riconoscimento postumo, anzi tardivo, che poco consola. Ieri vi abbiamo scritto di don Peppino De Luca, duro nel suo commiato: l’abbiamo ucciso noi. In parte ha ragione, etichettarlo ha contribuito a rendere ancora più complicato l’ultimo tratto di una vita difficile, quella di Giovanni-Jhonny, un ragazzo che meritava di più.