Ne riflettevamo ieri con una persona impegnata politica anche se non partecipante alla corsa per le Regionali. La campagna elettorale è tutta particolare, tra Covid e alta stagione. Niente porta a porta, niente comizi. Al momento manifesti e santini ancora pochi. Ma ecco la grande novità sorgere incontrastata, anzi radicarsi incontrastata dopo esser sorta in precedenza. Non è una novità. Ma l’aggettivo grande la caratterizza stavolta per l’uso imponente che se ne fa e che se ne farà da qui a settembre. Ci riferiamo all’uso dei social, in particolare di Facebook, che i candidati fanno, abbandonato la categoria politica del sociale, dell’in mezzo alla gente, per passare alla categoria dello smart election working.
Ormai si moltiplicano i post di questo e quello, tutti sponsorizzati, in una maniera o nell’altra. Hanno superato di gran numero interviste televisive oppure on line. Nelle interviste, sia pur guidate, un minimo di contraddittorio c’è per forza di cose. Nei post prevale il pensiero assoluto, più che altro debole ma questo è un altro discorso.
Pose improbabili nella realtà, rime baciate col cognome. sfondi vari eccetera eccetera. A questo punto la democrazia virtuale può tranquillamente accelerare, evitandoci di andare a voto fisicamente, proponendoci la possibilità di restare comodamente a casa e di fornire da lì. tramite computer o telefonino, il nostro voto. Visto che nella maggior parte dei casi e dei candidati si tratta di programmi più che virtuali, tanto vale adeguarsi anche quando scegliamo di votarli o di non votarli. Il tasto del telecomando, se ci pensate, già ha rivoluzionato il mondo. basta un niente per cambiare canale e per poter scegliere tra una miriade di canali. La prossima rivoluzione, già da tempo preparata, è quella della tastiera.