Il gesto è volgare in sè. Parecchia gente, a limite tra aventi diritto e no, ha preferito rinunciare. Invece oggi sappiamo che alla vergogna non c’è fine. Gente che ci rappresenta nelle istituzioni, a tutti i livelli, non solo in Parlamento, ha fatto richiesta di bonus. Onestà ed etica professionale: dove sono finite? Gente che guadagna svariate di migliaia di euro al mese si riduce a contendere il bonus a chi invece è stato magari costretto a rivolgersi alla Caritas nelle settimane più complicate e drammatiche della crisi Covid. Qui non si tratta di essere garantisti o meno, in attesa di capire esattamente come sono andate le cose. Qui si tratta di abolire, una volta per sempre, qualsiasi tipo di privilegio in dote alla casta. La questione vitalizio già era stata indizio chiaro: c’è poca voglia di rinunciare a qualcosa che sa di incredibilmente stonato rispetto a tempi e necessità reali. La questione bonus, purtroppo, non fa che rafforzare il concetto: abbasso i privilegi ma quelli degli altri, guai a toccare quelli che sono nostri. La politica, già al minimo storico di credibilità, rischia di auto-dissolversi, travolgendo inesorabilmente anche chi onora l’attività parlamentare, senza privilegi e senza iscriversi alla categoria dei furbetti.
Autore
