I carabinieri della sezione operativa della compagnia di Battipaglia, nel Salernitano, hanno denunciato alla Procura di Salerno sette persone, tutte italiane. Si tratta di pregiudicati residenti nell’agro Nocerino Sarnese di età compresa tra i 60 anni e i 29 anni. I reati contestati sono furto aggravato in concorso. La banda era specializzata in furti di vetture del gruppo Fiat. Le indagini, iniziate nel dicembre 2018, sono partite proprio dall’analisi dell’incremento dei furti di auto in determinate aree della provincia e soprattutto relativi appunto a veicoli appartenenti al gruppo Fiat. Gli investigatori hanno raccolto diverse denunce per episodi accaduti a Salerno, Battipaglia e Bellizzi, riguardanti il furto di due Fiat Panda, tre Fiat 500, una Fiat 600, due Fiat Qubo e due Lancia Y.
Importante l’acquisizione dei filmati registrati dal sistema di videosorveglianza comunali, dei varchi autostradali e tabulati telefonici, che hanno permesso di individuare i veicoli che accompagnavano i ladri sui luoghi dei furti. Le macchine venivano condotte verso l’agro Nocerino Sarnese, dove venivano smontate per alimentare il mercato nero dei ricambi di auto. Gli investigatori nel corso dell’attività investigativa svolta hanno anche rinvenuto e sequestrato una centralina di avviamento esterna per veicoli Fiat, oltre a vari attrezzi da scasso. Le auto venivano rubate attraverso la tecnica della centralina, ovvero della sostituzione della centralina elettronica con un’altra precedentemente modificata.
A giugno scorso, una banda criminale specializzata nel furto di automobili e conseguente richiesta di danaro era stata al centro di una capillare indagine, denominata Hi tech thieves, condotta dalla Procura della Repubblica di Nola con l’ausilio dei carabinieri della stazione di San Vitaliano. L’attività investigativa aveva condotto all’applicazione della custodia cautelare in carcere per due indagati e agli arresti domiciliari e al divieto di dimora nel comune di Nola per altri due complici. Le modalità attuative del disegno criminale del gruppo erano assai peculiari per via delle tempistiche da record durante le quali venivano realizzati i furti: tramite l’illecito utilizzo di centraline clonate, che garantivano la perfetta duplicazione dei sistemi elettronici di accensione degli automezzi grazie alla porta On board diagnostic, in soli sessanta secondi era possibile impossessarsi delle vetture dei malcapitati.
I malviventi, tra novembre 2019 e marzo 2020, si erano resi responsabili, a vario titolo, di furti aggravati, ricettazione di veicoli e di estorsioni, realizzate con il metodo del cavallo di ritorno, attraverso cui veniva richiesto danaro alle vittime (dai 250 ai 2.500 euro) per la restituzione del mezzo sottratto. pubblicitario. Il locale era stato adibito ad hoc per una stamperia abusiva e un sistema di falsificazione di prodotti, con materiali e attrezzature ad alto tasso tecnologico.