Intervenuto da Castel Di Sangro al Convegno delle imprese il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato diverse dichiarazioni interessati sul club azzurro, sul sistema calcio italiano ed anche su quello internazionale.
Il primo intervento del patron azzurro si riferisce a Confindustria:
Noi guardiamo sempre avanti ma da 20 anni troviamo un freno pazzesco. Nel 2005 dovevamo prevedere la crisi che si è aggravata in questi anni col Covid, Confindustria è stata sempre assente ed arretrata. Quando ho iniziato con il calcio non sapevo nulla, io giocavo a Basket ma a me interessava l’unione dal punto di vista spettacolare cioè cosa offrire al pubblico.
Noi siamo in mano a degli incapaci. Immaginate se durante l’ora di Educazione Fisica a scuola si facesse un’ora di tattica calcistica per appassionare nuovi bambini ed allontanarli dai videogiochi, Ipad e cellulari“.
De Laurentiis manda poi un messaggio alle banche:
Il coraggio devono averlo anche i banchieri per non essere dei bancari. Nelle 20 società del nostro campionato, la mia è l’unica che non è indebitata. Anzi il Napoli ha una riserva di liquidità notevole in un contesto comunque difficile.
Bisogna rifondare considerando l’Italia nel suo insieme e non le singole regioni.
Non è corretto che il sud debba sentirsi inferiore a Milano, la nuova capitale d’Europa che abbiamo visto come si è dimostrata tale negli ultimi mesi!
Il banchiere dovrebbe fare impresa con gli imprenditori pensando anche al futuro, facendo in modo che il Governo apra cantieri, crei posti di lavoro, scuole ed altri luoghi di utilità pubblica.
Oggi fare il contadino significa fare un’attività intellettuale con le nuove tecnologie, non è più spingere con l’aratro. I genitori non cercano più la specializzazione dei figli e le nostre Università sono anni luce indietro a quelle americane.
L’Europa non si è mai formata, come dimostra l’Inghilterra che resta sempre lì da sola con la sua moneta“.
Sulla situazione finanziaria del Napoli l’imprenditore romano ha dichiarato:
Bisogna rivisitare il calcio italiano con regole diverse.
Il campionato deve essere prioritario, non bisogna essere dipendenti dell’Uefa che in realtà dovrebbe essere un secretariato.
E’ Ceferin che deve funzionare in funzione delle Federazioni e delle società e non il contrario.
Adesso stanno aumentando i contagi di Francia e Spagna e bisogna capire se stiamo lavorando per la Nazionale di Mancini o per i tifosi napoletani.
La FIGC aspetta i club che poi non sono capaci di decidere, in 20 club, gli altri a parte il Napoli hanno collezionato 3 miliardi di euro di debiti. Secondo la Federazione non sarebbero ammissibili ma poi Gravina cosa dovrebbe fare?
Fare un campionato con sole 4 squadre? Perché ero l’unico a battersi per i 5 cambi? Prima si mandavano giocatori pagati in tribuna. Poi c’è il fair play finanziario per chi fa le coppe per cui gli altri 13 club non partecipano e su molte scelte vanno in minoranza in assemblea“
Il presidente azzurro poi chiude con un retroscena su quando acquistò il Napoli:
Non esiste politica senza economia. Senza l’Europa che ci dava questi soldi stavamo davvero messi male, siamo in recessione dal 2007 e dal 2005 lo sapevamo, manca la vision. Io quando presi il Napoli non sapevo nulla di calcio ma l’industria cinematografica è tra le più complesse con competenza Mondiale.
Unicredit mi voleva finanziare senza problemi per il cinema ma non per il calcio. Erano interisti e manco un euro diedero a Moratti! Dovetti mettere i miei soldi personali, non me ne sono mai pentito ed ho avuto ragione“.