Per fatal combinazion o coalizion. Perché insieme riparammo. Per il sole, sotto un ombrellon.
Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Stefano Caldoro a Vietri sul Mare. Statale 18 bloccata in direzione Salerno-Baia con gran schieramento di forze dell’ordine. Si è creata una fila chilometrica che dal Baia arriva fino al viadotto Gatto, impossibile far defluire il traffico, tra le “bestemmie” con o senza rosario degli automobilisti. Salvini, dopo i pomodori di Torre ed essendo saltata Nocera, ne ha approfittato per addottrinarsi in ceramica e dintorni. La Meloni, dopo aver fatto onorare al cognome partendo dal mercato ortofrutticolo di Pagani (consentiteci la battuta), proveniva dalla vicina Cava. Il sempre moderato Tajani, vietrese onorario, proveniva da Salerno, dove aveva incontrato le truppe forziste, col telefonino acceso, ogni tanto Silvio, pur ospedalizzato, chiama. Tutti e tre per Caldoro, che dopo l’eccesso dell’abbandono in diretta degli studi di Rai 3 Napoli, è sembrato di nuovo calmo e tranquillo, persino consapevole che il miracolo, tranne appunto un miracolo, non ci sarà. Ma con molta franchezza, conta altro. I leader sono in visita per misurarsi la “palla” – discorso simile per lo schieramento avverso – nel senso che ormai conta poco chi vincerà la corsa a Governatore (diciamo che si sa già) ma la sfida nella sfida è rappresentata dalla forza delle singole liste e dei singoli partiti in vista dei futuri appuntamenti nazionali.