Arrivi sul Vesuvio a quota mille e rischi di non salire sul cratere. Questo è un fatto. Denunciato diverse volte, succede da quando l’Ente Parco ha riaperto, a giugno, attivando tutti i protocolli per la protezione covid. Non solo tutti i nuovi paletti introdotti dall’Ente sembrano non agevolare il ritorno di un turismo sostanzioso sul vulcano, ma rendono complessa la visita pure a tutti quelli che vogliono salire. Il rischio è che la visita si trasformi in disagio. Il danno è percepito anche dalle categorie che lavorano sul Vesuvio: guide vulcanologiche, guide turistiche, tour operator.
LA SITUAZIONE
I biglietti, infatti, si comprano solo online, con aumento di costo dovuto all’utilizzo di una piattaforma virtuale. Fin qui nulla di strano, anche se tutti i luoghi d’arte e turistici hanno già riattivato e riaperto le biglietterie. Il punto è che se arrivi in ritardo, per un qualsiasi contrattempo, non solo non puoi entrare, non puoi avere neppure una restituzione del biglietto e non puoi neanche farne un altro in loco perché non c’è linea internet, né appunto la biglietteria. Già trovare il biglietto è un problema: sono previsti solo 25 ingressi ogni 15 minuti. Eppure il Vesuvio è decisamente un luogo all’aperto. Complessa anche la compilazione dati per l’acquisto del biglietto, con molti dettagli da inserire per ogni singolo visitatore, diversamente che altrove. Accade pure che nel caso in cui un tour operator arriva sul Vesuvio con la sola lista di turisti non si entra: non sono nominali i biglietti non si entra.
I tour operator hanno perso ogni agevolazione e riduzione per l’acquisto dei biglietti. Senza contare che guide turistiche e accompagnatori per entrare devono pagare il biglietto, con conseguenze per la concorrenza sleale e per il paradosso. E i turisti si lamentano, spesso a discapito degli stessi bigliettai, dipendenti di Arte’m, che controllano ai tornelli. Insomma la carica vulcanica del Vesuvio oggi si manifesta così.
GLI OPERATORI MINACCIANO LA PROTESTA
Per rispondere a tutto questo tutte le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle categorie che lavorano sul Vesuvio, si sono mossi per intraprendere un dialogo con l’Ente Parco Vesuvio, invano. Per questo minacciano di entrare in agitazione. Lo fanno in una lettera inviata via Pec al Parco in cui sottolineano le varie difficoltà dando però le possibili soluzioni.
“È nostra opinione –scrivono in questa lettera resa pubblica – che qualsiasi Ente o Sovraintendenza che gestisca siti turistici abbia l’obbligo di ascoltare e valutare il pensiero di chi ogni giorno lavora sul territorio, e che grazie all’esperienza quotidiana “sul campo”, forse meglio di chiunque altro conosce i problemi che possono sorgere in seguito ad una non mirata gestione del sito“. A questa premessa critica seguono proposte concrete.
RICHIESTE PER RISOLVERE LE CRICITA’
Innanzitutto il ripristino della biglietteria che aiuterebbe nel caso, praticamente quotidiano, di turisti che immaginano di poter arrivare a mille metri e comprare il biglietto per salire sul cratere e invece non possono. Anche per l’assenza di linea internet. Così come aiuterebbe chi compra il biglietto, arriva in ritardo anche di un solo minuto, non può superare il tornello e resta fuori. Il fatto è che il biglietto non convalidato non viene pagato alle guide turistiche, che ricordiamo, hanno un guadagno in percentuale sugli ingressi. I turisti non hanno un rimborso, il biglietto resta nelle casse dell’Ente Parco. Chi lavora in biglietteria di fatto si occupa di aiutare ai tornelli, ma non può aiutare a risolvere questi problemi burocratici.
La seconda richiesta è aumentare a 100 almeno il numero di ingressi ogni 15 minuti. Un aumento non assurdo, se si considera che a Pompei sono 500 gli ingressi ogni quindici minuti. Questo aiuterebbe la sussistenza delle guide vulcanologiche ma anche i Tour Operator che potrebbero organizzare dei tour di gruppo: oggi non possono perché è difficile trovare tutti biglietti nella stessa fascia oraria. In effetti spesso è difficile trovare proprio i biglietti.
I TOUR OPERATOR, I PIU’ COLPITI
In effetti in tempi di Coronavirus i Tour Operator sono tra le fasce più colpite di per sè ma l’Ente Parco ha ulteriormente contribuito eliminando ogni riduzione del biglietto che loro spettava prima: aumentando il prezzo del biglietto. Insomma tutti i lavoratori del Vesuvio sentono che l’atteggiamento di chiusura dell’Ente Parco non porti a servizi migliori anzi, come ricordano nella lettera, chi viene sul vulcano non trova neppure un bagno, questione atavica sul Vesuvio,e nessun aiuto per chi ha delle disabilità.
IL DIALOGO CON IL PARCO
L’auspicio è che il Vesuvio torni ad essere una delle mete più ambite, come nel periodo pre-Covid: un fatto, che in numeri si traduceva in oltre 750mila persone pronte a scalare la suggestione che suscita un vulcano. Però per arrivare a questo bisogna anche ripristinare il dialogo tra chi opera sul Vesuvio. La lettera è partita insieme all’auspicio di essere coinvolti in un incontro fattivo con l’Ente Parco ed evitare proteste. La lettera è firmata da tutti i rappresentanti sindacali delle categorie turistiche operanti sul Vulcano Vesuvio: ADV UNITE – AIDIT FEDERTURISMO – CONFARTIGIANATO NAPOLI TRASPORTO -ASSOCIAZIONE CAMPANIA NOLEGGIO CON CONDUCENTE – FEDERNOLEGGIO -ASSOCIAZIONE GUIDE TURISTICHE CAMPANIA – UILTUSC CAMPANIA GUIDE E ACCOMPAGNATORI TURISTICI – FEDERAGIT – PRESIDIO PERMANENTE VULCANO VESUVIO.
“Al fine di offrire -spiegano – un costante aggiornamento e miglioramento dei servizi forniti ai turisti, e con la speranza di una proficua considerazione delle nostre proposte, attendiamo un sollecito riscontro, al fine di evitare ai turisti l’ulteriore disagio di uno stato di agitazione sindacale”.
Con la speranza che si riesca a trovare un accordo o almeno un dialogo che motivi la presenza di tutti questi disagi.