77 anni fa: storia di guerra e di lacrime, di una famiglia distrutta, di una bambina che è l’unica a salvarsi. Venerdì 17 settembre 1943: la seconda guerra mondiale ha preso un indirizzo preciso – l’8 c’era stata l’armistizio – ma le ostilità non erano ancora terminate, semplicemente si trasformarono. Antonio Battipaglia, anni 47. Maria Faiella, anni 31, la moglie di Antonio. Giuditta Battipaglia, anni 7, la figlia più grande. Concetta Battipaglia, anni 6, la seconda nata. Santolo Battipaglia, anni 4, l’unico maschietto nato. Giuseppina Battipaglia, un anno e mezzo, la picccolina di famiglia. Antonio è un soldato di stanza alla stazione di Salerno, capisce il momento grave e agisce. Antonio prende la famiglia e la porta da Nocera Superiore a Santa Maria Loreto di Roccapiemonte, insomma Monte Caruso. Vuol mettere tutti al mettere al riparo dai bombardamenti, in una sorta di masseria. Invece il destino scrive una pagina diversa: alle 14,00 del 17 settembre 1943. Da Montalbino gli inglesi sparano bombe al fosforo. bastano pochi minuti a sterminare la famiglia Battipaglia. Tutti morti tranne la più piccola, Giuseppina sopravvive all’eccidio. E’ un miracolo. Se ne accorge un parente, che sale in montagna e capta accanto alla serie di corpi senza vita una vocina. E’ lei, Giuseppina, ferita ma viva. La prende e con un carretto la porta fino a Nocera Superiore, zona Taverne, per affidarla a Santolo, fratello di Antonio. A Croce Malloni, villa Lanzara, c’è l’ospedale da campo tedesco: Giuseppina ha ferite al piede, piange ma trova subito chi la prende a cuore. Toccherà a Orlando, figlio del primo matrimonio di Antonio, curarla e tenersela, allevarla ed insegnarle che la vita non riserva solo lacrime e dolore ma anche sorrisi, possibilità di andare avanti malgrado tutto, gioie nascoste in un guscio delicato. La Guerra: gli inglesi salvatori ma non troppo, i tedeschi feroci ma in certi comprensivi come accadde con Giuseppina, coccolata nel tempo trascorso per le prime cure. La Guerra: distrugge famiglie con bombe, come è accaduto per la famiglia Battipaglia, che ha avuto però la forza di rialzarsi e di ricominciare, cominciando da quello scricciolo di Giuseppina, un anno e mezzo quel 17 settembre, sopravvissuta a tutto. 77 anni dopo, il ricordo va salvaguardato e offerto alle generazioni attuali: è il nostro compito.