Le parole di Carlo Acutis, da ieri beato, ci toccano e riguardano tutti. A soli 15 anni, per una leucemia fulminante. Una tragedia, umanamente parlando. Una fine assurda per la repentinità e per la parabola che si veniva ad interrompere, così in ascesa, così ricca di prospettive. Rampollo di una famiglia di primo piano del mondo finanziario italiano, adolescente prestante, dal carattere vivace e particolarmente socievole, Acutis era un ragazzo che, come si suol dire, avrebbe potuto fare di tutto nella vita. Ma Dio aveva su di lui un piano diverso.
Carlo non ha mai celato la sua scelta di fede e anche in colloqui e incontri-scontri verbali con i compagni di classe si è posto rispettoso delle posizioni altrui, ma senza rinunciare alla chiarezza di dire e testimoniare i principi ispiratori della sua vita cristiana». Il suo era il flusso di un’interiorità cristallina e festante che univa l’amore a Dio e alle persone.
Lo uniamo in questa riflessione domenica al santo del giorno, Papa Giovanni XXIII, il papa buono, Angelo Roncalli. Per il primo Natale da papa visitò i bambini malati dell’ospedale romano Bambin Gesù, ove con intima e contagiosa dolcezza benedisse i piccoli, alcuni dei quali lo avevano scambiato per Babbo Natale.
Il giorno di santo Stefano sempre del suo primo anno di pontificato, il 26 dicembre 1958, visitò i carcerati nella prigione romana di Regina Coeli, dicendo loro: « Non potete venire da me, così io vengo da voi…Dunque eccomi qua, sono venuto, m’avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore..la prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari ». Memorabilmente, accarezzò il capo del recluso che, disperato, inaspettatamente gli si buttò ai piedi domandandogli se “le parole di speranza che lei ha pronunciato valgono anche per me”.
Rispondiamo modestamente noi, le parole di speranza valgono per tutti, quelle del giovane Beato, che sarà patrono del Web visto l’uso serio che ne faceva, e quelle del mirabile pontefice, che parlò persino alla luna. Basta essere originali, non fotocopie.