Nel 2020 subire un infortunio invalidante o, peggio ancora, perdere la vita mentre si sta svolgendo il proprio lavoro non può essere più considerato accettabile”. Così il premier Giuseppe Conte nella lettera inviata al Presidente dell’Anmil, Zoello Forni, in occasione della 70ma Giornata nazionale per le vittime di incidenti del lavoro, che si celebra oggi. “Lunedì scorso ho consegnato il permesso di soggiorno a Chintia, vedova di Thomas Daniel, l’operaio di 41 anni morto lo scorso 1 giugno, insieme al suo collega Ciro Perrucci, mentre lavorava in un cantiere di Pianura alla periferia di Napoli – ha scritto ancora il Presidente del Consiglio – A questo proposito, confermo la massima determinazione delle Istituzioni ad individuare gli strumenti necessari, affinché nel nostro Paese nessuno possa più rimanere vittima di un incidente sul lavoro”. Bettoni: “Emergenza sanitaria ha cambiato priorità legate alla salute e alla sicurezza” “Analizzando gli ultimi dati disponibili – ha dichiarato il presidente dell’Inail, Franco Bettoni – ci si rende conto di come l’emergenza sanitaria abbia influenzato l’andamento infortunistico e cambiato le priorità legate alla salute e alla sicurezza dei cittadini e dei lavoratori. Al 31 agosto 2020 – ha spiegato – le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail sono state 322.132, in calo del 22,7% rispetto al 2019. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale da Covid-19, pari a 52.209 – ha aggiunto – il 71,3% riguarda le donne. Per quanto concerne invece i casi mortali, nei primi otto mesi del 2020 si sono registrati un totale di 823 decessi, con un aumento del 20,1% rispetto allo stesso periodo del 2019, mentre le denunce per Covid sono state 303, concentrate soprattutto tra gli uomini (84%). Dunque – ha concluso – da un lato il forte decremento delle denunce di infortunio è dovuto, purtroppo, alla chiusura delle attività produttive più a rischio durante il lockdown. Dall’altro lato, questa nuova tipologia di infortunio ha causato un aumento considerevole dei casi mortali, concentrati principalmente nel settore della sanità”. Tra gennaio e novembre 2019 morti hanno sfiorato soglia 1.000 Tra gennaio e novembre del 2019 le morti hanno sfiorato soglia 1.000: dietro il gelo dei numeri vuol dire drammaticamente che 997 persone sono morte mentre svolgevano il loro lavoro, mentre 590mila sono state nello stesso periodo le denunce di infortunio presentate all’Inail.
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