6 novembre 2004. Sono passati sedici anni ma Antonio Landieri non viene dimenticato. Ammazzato per sbaglio dalla Camorra viene ricordato dal comune di Napoli: l’assessore Alessandra Clemente per ribadire la vicinanza dell’intera città alla famiglia Landieri consegna ai genitori il crest della città di Napoli . L’incontro avvenuto in comune ribadisce del l’impegno dell’Amministrazione a mantenere viva la memoria di Antonio ucciso durante la prima faida di Scampia, e inizialmente etichettato come criminale internazionale.
Questo tragico evento ha avuto una sua importanza fondamentale per il territorio di Scampia troppo spesso abbandonato a se stesso. Il giovane, classe 79, ucciso a soli 25 anni aveva una malformazione fisica, dalla nascita che durante lo scontro, gli ha impedito di fuggire velocemente e gli è costato la vita. La cosa più dura è stata l’averlo inquadrato subito come criminale, mentre si trovava tra i fuochi dei colpi di pistola solo per sbaglio. Questo equivoco ha reso ancor più tragica la situazione alla famiglia che, proprio come se fosse un malavitoso, non ha neppure potuto assicurare un funerale al giovane.
Ma la storia continua con dignità fino al riconoscimento dell’innocenza di Antonio. Anni in cui la famiglia invece che arrendersi al dolore ne ha fatto motore per azioni di valore. Nasce l’associazione Vodisca, voci di Scampia, che lavora con i giovani del quartiere. Nasce Al di là della neve, il primo libro di Rosario Esposito La Rossa, che, cugino di Antonio Landieri, scrive giovanissimo per reagire a quella situazione. La sua pubblicazione avverrà per la Marotta & Cafiero, casa editrice che poi i due editori regaleranno al giovane Rosario che tutt’ora pubblica tanti libri (anche con il sostegno dal basso). La tragedia si è tramutata in forza e in azioni di sostegno per quella realtà: da librerie, incontri, un giornale, spazi di teatro, anche calcetto. Il nome di Antonio Landieri è legato a beni confiscati dal Piemonte alla Campania, a presidi di Libera in 4 regioni, allo Stadio di Scampia. Azioni per non dimenticare e ridare dignità a un posto, per creare un nuovo futuro e una nuova dimensione. Oggi, sono passati sedici anni, ma per fortuna si può dire che Antonio Landieri, il suo ricordo, abbia avuto un suo profondo significato generando un movimento positivo, di giustizia, di valore.