Si dice, per non abbattersi, che il pessimista è un ottimista che ha perso. Proviamo un attimo a descrivere la Campania politica di adesso per capire se ci sono ragioni a non trasformarsi in super pessimisti. Il Governatore e il sindaco di Napoli se le danno ogni giorno di santa ragione, il primo offende e l’altro risponde, immagini di avanspettacolo politico che ormai fanno ridere il resto d’Italia e basta. Assalti, vendette, ripicche: nulla si risparmiano, persino la caduta del governo cittadino napoletano. Forse toccherà ai giudici, con qualche avviso, normalizzare la situazione.
E i sindaci nostrani ? Naif, nel migliore dei casi. Ordinanze in ordine sparso, media usati malissimo, scarsa propensione a mettersi a lavorare sul serio e a coordinarsi in territori affini, incapaci di avere un peso dove le decisioni contano, insomma hanno scambiato la popolarità per il successo, anche se i loro indici di gradimento non sono mai andati oltre il quarto d’ora di applausi, il resto è contestazione latente.
Il passato non lo rimpiangeremo mai: la Prima Repubblica lasciamola ai nostalgici. Ma per la Terza, per favore, pensiamo a riforme strutturali e a scegliere le persone giuste ai posti giusti.