Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato il presidente della Camera, Roberto Fico, al Quirinale alle 19,30. Lo ha comunicato il portavoce del Quirinale.
“E’ doveroso dar vita presto a un governo con un adeguata base parlamentare”. Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, al termine delle consultazioni.
“Siamo disponibili a un confronto con chi intende dare risposte concrete nell’interesse del Paese, per un governo politico che parta dalle forze di maggioranza che hanno lavorato in questo ultimo anno e mezzo insieme. Ma con un patto di legislatura chiaro e che sia affrontato con lealta’”. Lo aveva detto poco prima il capo politico del M5S, Vito Crimi, al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Va ricordato che storicamente nessun esploratore è riuscito a diventare presidente del consiglio.
BREVE STORIA DEI MANDATI ESPLORATIVI
Nella storia della Repubblica, il primo ‘esploratore’ fu il presidente del Senato, Cesare Merzagora, durante la crisi apertasi dopo le dimissioni di Antonio Segni il 6 maggio 1957.Nel conferirgli l’incarico, il Presidente della Repubblica, Giovanni Gronchi, spiegò che come suo supplente, la Costituzione gli conferiva “il compito di accertare quali concrete possibilità esistessero di costituire un governo in grado, per la composizione e il programma, di riscuotere la fiducia delle Camere e del Paese”.Merzagora accettò il mandato, spiegando tuttavia di considerare il suo compito limitato proprio a verificare se fosse possibile far nascere un nuovo esecutivo, rinunciando quindi ad una automatica trasformazione in incarico pieno, essendo opportuno ricorrere al presidente del Senato soltanto come estrema risorsa. Alla fine nacque un nuovo gabinetto guidato dal democristiano Adone Zoli.
Il 4 marzo del 1960, ancora una volta dopo le dimissioni di un esecutivo presieduto da Antonio Segni, il capo dello Stato Gronchi decise di affidare l’incarico a un “esploratore”: il presidente della Camera, Giovanni Leone.Il 24 novembre del 1968 il presidente della Camera Sandro Pertini ricevette un incarico che durò appena un giorno dal capo dello Stato Giuseppe Saragat.Il 10 ottobre del 1974, dopo la crisi del quinto governo Rumor, il presidente della Repubblica Leone affidò l’incarico esplorativo al presidente del Senato, Giovanni Spagnolli, che tre giorni dopo consegnò al Colle una relazione scritta sui colloqui avuti. Servì un altro mese di trattative prima della nascita di un esecutivo presieduto da Aldo Moro. Prima di arrivare alle elezioni anticipate, il capo dello Stato Sandro Pertini chiese al presidente del Senato Tommaso Morlino di verificare l’esistenza di una maggioranza in Parlamento. Era la primavera del 1983.Il 4 luglio del 1986 Amintore Fanfani – allora presidente del Senato – fu chiamato dal capo dello Stato Francesco Cossiga dopo la crisi che si aprì con le dimissioni di Bettino Craxi. Cinque giorni dopo annunciò la possibilità di arrivare a una soluzione. Finì con la nascita di un Craxi bis. Fanfani aveva ricevuto un altro incarico esplorativo nell’agosto del 1969 dal presidente Saragat. Anche in quel caso era presidente del Senato.Il 27 marzo del 1987 la prima “esploratrice” donna: Nilde Iotti. Fu chiamata a quest’incarico dal capo dello Stato Cossiga dopo l’ennesima crisi nei rapporti tra Democrazia cristiana e Partito socialista.Prima della nascita del sesto governo Andreotti, fu il presidente del Senato, Giovanni Spadolini, ad essere chiamato per un mandato esplorativo: era il 26 maggio del 1989. Spadolini portò avanti i colloqui per due settimane, fino all’11 giugno, ma dovette passare più di un mese per la soluzione della crisi. Una delle più lunghe della storia repubblicana, 64 giorni.Prima di sciogliere le Camere dopo le dimissioni di Romano Prodi nel gennaio del 2008, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, affidò al presidente del Senato, Franco Marini, l’incarico di verificare se tra le forze politiche esistesse il consenso su una legge elettorale e sulla nascita di un governo ad hoc per la riforma.
Dopo il fallimento del tentativo di Bersani, il capo dello Stato Giorgio Napolitano sperimentò una formula inedita. Al termine di un rapido giro di consultazioni, il 30 marzo del 2013, decise di formare due commissioni di lavoro, chiamate a stabilire contatti con i gruppi parlamentari. Un’iniziativa che avrebbe rappresentato la premessa per la successiva nascita del governo di larghe intese presieduto da Enrico Letta. Del primo comitato facevano parte Valerio Onida, Mario Mauro, Gaetano Quagliariello e Luciano Violante; del secondo, Enrico Giovannini, presidente dell’Istat, Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato; Salvatore Rossi, membro del Direttorio della Banca d’Italia; Giancarlo Giorgetti e Filippo Bubbico – che erano presidenti delle Commissioni speciali – e l’allora ministro per gli Affari europei Enzo Moavero Milanesi.
Dopo aver condotto due giri di consultazioni – entrambi con esito negativo – con tutti i gruppi parlamentari, il primo incarico esplorativo da parte di Mattarella è stato affidato alla Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati. Nel giro di 48 ore, tra il 18 e il 20 aprile 2018, Venuto a conoscenza dell’esito degli incontri e preso atto dell’assenza di significativi sviluppi nel confronto tra gli schieramenti, il Capo dello Stato affidò un secondo incarico esplorativo proprio a Fico, che parlò di passi in avanti possibili.Poi il centro-destra e i grillini partirono il primo governo Conte.