Luciano Ferrara lo racconta in questo video come nascono delle mostre sulla memoria e sul fotografare, e soprattutto su un tema importante come un pezzo di storia di questa terra.
Son passati 40 anni. Ma la memoria resta indelebile in chi quel giorno l’ha vissuto. Erano le 19 e 34 del 23 novembre 1980 e la terra campana tremò manifestando tutta la precarietà e il filo debole che lega la vita umana e il ritmo della natura. Un evento che ha segnato definitivamente la Regione campana e fa da spartiacque non solo emotivo. Chi è nato dopo, invece non può avere idea di questa dimensione. E’ così che la memoria diventa essenziale, rappresenta un valore, una dimensione da sottolineare. Il rumore del ricordo si amplifica in uno scatto. Anche la fotografia una volta era un’altra dimensione e il foto giornalismo aveva un sapore più selettivo.
La mostra SISMA 80, 23 novembre 19,34 voluta da Luciano Ferrara ha una location d’eccezione il convento di San Domenico Maggiore di Napoli, un ampio spazio in cui si può vivere un’esperienza che è di memoria ma anche di suggestione. Protagonisti i fotogiornalisti che vissero la tragedia in prima persona e con grande spirito di servizio. In un mondo in cui la fotografia aveva un altro senso, un altra dimensione fisica e mentale e un altro valore. Tra i tanti scatti sono state realizzate selezioni per lasciare che il ricordo rievochi immagini personali o solleciti riflessioni Tutti i fotografi raccontano il loro punto di vista, il loro sguardo di quella tragedia, visione del momento.
Le oltre cento immagini di Archivio Luciano D’Alessandro Studio bibliografico Marini, Roma – Massimo Cacciapuoti – Toty Ruggieri – Annalisa Piromallo – Gianni Fiorito – Fotosud (Giacomo Di Laurenzio, Antonio Troncone, Mario Siano, Guglielmo Esposito) – Associazione Archivio Carbone – Pressphoto (Gaetano Castanò, Franco Castanò, Franco Esse) – Mario Riccio – Giuseppe Avallone – Guido Giannini – Pino Guerra – Sergio Del Vecchio – Archivio
fotografico Ferrara, Luciano Ferrara – Mimmo Jodice.
Ogni sguardo risuona in modo soggettivo, in modo unico, perché racconta un fatto ma anche una condizione. E così colpisce non poco la delicatezza della morte raccontata da Mimmo Jodice, lo sguardo carico di speranza di Gianni Fiorito, come racconta nel video.
Ma ogni foto, lascia spazio a un percorso e una dimensione. non può sfuggire la presenza di volti con mascherine, segno di una dimensione a noi tanto vicina Il percorso si conclude con una video installazione “Il racconto dei protagonisti”, proiettata su una parete di 6 metri e realizzata da Gix Musella e Elio Di Pace, che completa l’esposizione attraverso voci e testimonianze. In cui viene chiesto a ognuno dove si trovavano in quel fatidico momento .
In oltre 100 immagini si raccontano dalle proteste in piazza del Plebiscito a Napoli, ai terremotati alloggiati negli autobus, vagoni, nelle scuole occupate, nei campi containers presso i quartieri di San Pietro a Patierno, San Giovanni a Teduccio, Barra, Secondigliano. Le foto di disperazione nell’epicentro dell’avellinese con scatti che ritraggono crolli e zone devastate da Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi, Teora e Bagnoli Irpino, fino a Bavano nel potentino. Ancora le fotografie di Pozzuoli con le ricostruzioni post-terremoto.
Sisma 80 apre il 12 febbraio e chiude il 31 marzo 2021 al convento di San Domenico Maggiore di Napoli, previa prenotazione su noos.tribunali138@gmail.com.