Tra le carte antiche parlamentari, è stata ritrovata una risposta scritta, anno 1977 governo Andreotti, all’interrogazione presentata un anno prima dall’indimenticabile senatore nocerino Pietro Colella, che chiedeva al ministro dei Beni Culturali dove fossero da destinare l’immensa collezione Fienga ma anche i reperti archeologici ritrovati nel corso dei lavori delle Ferrovie dello Stato. La risposta arrivò dal sottosegretario di allora, Giorgio Spitella: toccava al Comune di Nocera Inferiore trovare il luogo giusto per ospitare la collezione Fienga e gli altri reperti di natura archeologica.
La collezione, sottoposta a vincolo nel 1945 fu successivamente acquistata dalla Regione Campania. Appartenne alla notabile Fienga, originaria di Scafati, che nel 1877 legò il suo nome all’antico maniero. Annibale Fienga acquistò i ruderi del castello dai baroni de’ Guidobaldi, per poi demolirne tutto il lato sud e realizzare il palazzo esistente ancora oggi.
Nel 1823, a completare il complesso residenziale del Parco Fienga, fu Francesco Fienga, figlio di Annibale, pappassionato d’archeologia, a mettere insieme la prestigiosa collezione esposta in un’intera ala del Palazzo. Francesco Fienga collezionò numerosissimi reperti archeologici, avendo finanziato numerose spedizioni in siti italiani ed esteri. L’intera collezione che all’epoca comprendeva circa 5.000 pezzi tra vasi, urne cinerarie egiziane e bronzi etruschi, circa 25.000 reperti numismatici ed armi ed armature medievali a cui contribuì per la catalogazione il prof. Lehman. Un patrimonio inestimabile in parte andato perduto, e svenduto quando la famiglia cadde in rovina. A seguito del fallimento della ditta Fienga , il prezioso materiale fu sottoposto a sequestro cautelativo dallo Stato già negli anni ‘50 e poi acquisito dalla Regione Campania che, trasferita la collezione nei depositi della soprintendenza archeologica a Salerno e al museo di Paestum, ne perse le tracce e la memoria.
Sono trascorsi 44 anni da quella risposta di Spitella a Colella ma a Nocera non v’è traccia della collezione Fienga, ferma in deposito temporaneo in quel di Paestum. Nocera cosa ha fatto ? Nulla. Si muoverà dopo questa ennesima sollecitazione che è figlia della storia politica essendo agli atti parlamentari ? Certo ci vuole il luogo giusto e adatto per ospitarla. Il Castello Fienga ? Sarebbe la location naturale ma molto vi è da fare per riportare il Castello nelle condizioni idonee, almeno quelle degli anni d’oro della Provincia, ovviamente svaniti assieme al peso di tale istituzione. La Caserma Tofano ? Non manca lo spazio, visto che attualmente ospita già come deposito alcuni reperti ritrovati nel casertano. Ma qui occorrerebbe fondi che il Comune non ha e che potrebbero arrivare dal Ministero dei Beni Culturali o dall’Europa: in questi giorni c’è stata la ripresa del dialogo tra la sovraintendenza, Bonauto in primis, e l’amministrazione comunale: lo spot fatto dalle riprese sul posto di alcune scene della fiction del commissario Ricciardi magari è servito a qualcosa. E San Giovanni in Parco? Potrebbe essere una terza e importante soluzione. Ma dopo la processione di alcuni parlamentari qualche anno fa, anche lì i lavori sono distanti anni luce rispetto alle idee e ai progetti. Il Museo e la Pinacoteca di Sant’Antonio hanno già dato: ospitano altro, difficile trovare lo spazio giusto da quelle parti.
Intanto interviene Gino D’Angelo fondatore e presidente onorario della Pro Loco Nuceria Alfaterna: “Il carteggio tra il senatore Colella e il ministero, ritrovato dagli eredi del senatore, riporta all’attenzione generale un’esigenza sentita da tutti i nocerini, sia a livello storico che sotto il profilo culturale. Il posto ideale sarebbe il Castello Fienga ma non tocca a noi decidere, sono valide anche le soluzioni alternative, a patto che si faccia presto e si passi dalle chiacchiere ai fatti”.