Lo schiaffo di Anagni, talvolta citato anche come l’a’ tumpulata di Anagni, fu un episodio avvenuto nella cittadina laziale di Anagni il 7 settembre 1303 ai danni di papa Bonifacio VIII. Si tratta in realtà non tanto di uno schiaffo materialmente dato, quanto piuttosto di un oltraggio morale, anche se la leggenda attribuisce a Gino Bombaci l’atto di schiaffeggiare Bonifacio VIII.
Ma quella è storia, passiamo alla cronaca dei nostri giorni. La notizia come una bomba arriva da Anagni: 29 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca ferme nello stabilimento Catalent di Anagni. La notizia riportata dal quotidiano La Stampa è stata confermata dall’Unione europea e dal Governo italiano. L’azienda anglo-svedese però si difende, contesta la ricostruzione e annuncia l’arrivo, per fine mese, di 10 milioni di dosi all’Unione europea.
La richiesta di ispezione allo stabilimento anagnino arriva sabato dal commissario Ue Thierry Breton, capo della Task force sui vaccini. Il Governo così invia i carabinieri del Nas alla Catalent, dove si procede a infialare il vaccino. Dall’ispezione salta fuori la presenza di 29 milioni di dosi destinati al Belgio dove è presente il polo logistico deputato alla distribuzione delle dosi.
Con una nota Palazzo Chigi fa sapere che: «Nella giornata di sabato la Commissione europea ha chiesto al presidente del Consiglio Draghi di verificare alcuni lotti di vaccini presso uno stabilimento di produzione ad Anagni. Il presidente del Consiglio ha informato il ministro della Salute, Roberto Speranza, il quale ha disposto un’ispezione che si è tenuta tra sabato e domenica grazie all’opera dei carabinieri Nas.
Dall’ispezione è risultato che i lotti erano destinati in Belgio. Tutti i lotti in uscita vengono controllati dai Nas». Lo stabilimento è presidiato dalle forze dell’ordine. Lo stesso Draghi aggiunge: «Due lotti oggi (ieri, ndr) sono stati spediti in Belgio, dove c’è la casa madre. Da lì dove andranno non so, ma intanto la sorveglianza continua per i lotti rimanenti».