“Resistere, resistere, resistere come sulle linea del Piave”. Il procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli, negli anni di Tangentopoli, così andò in trincea contro il governo …
La resistenza opposta alle stabilizzazione del personale a tempo determinato in organico (18 persone) da parte del Piano di Zona che mette assieme le due Nocera, Castel San Giorgio e Roccapiemonte, appare poco nobile: un’ultima trincea, destinata a crollare. La Direzione U.O.C. Gestione Risorse Umane dell’ASL SALERNO, infatti, ha fornito l’ennesimo esempio di modernità e convenienza in materia di stabilizzazione: via libera all’assunzione a tempo indeterminato di tanti precari. Nel pubblico, insomma, ad ogni livello s’è imboccata la strada maestra, la seguente: la stabilizzazione del personale della Pubblica Amministrazione ha l’obiettivo di superare il precariato, ossia convertire a tempo indeterminato contratti di lavoro a tempo determinato, attraverso una procedura a domanda, per i candidati che avessero a suo tempo sostenuto prove selettive per essere assunti a tempo determinato, ovvero indire concorsi pubblici con il 50% dei posti riservati al personale a tempo determinato non in possesso dei requisiti di stabilizzazione a domanda. Le disposizioni sono quelle previste dall’art.20 del d.lgs. 75/2017.
È possibile stabilizzare il personale a tempo determinato, avente i requisiti, per una posizione più elevata in caso di personale assunto da una Pubblica Amministrazione nel frattempo a tempo indeterminato? Alla risposta positiva del Tribunale amministrativo di primo grado ha risposto in modo negativo il Consiglio di Stato (sentenza n. 872/2020) riformandone la sentenza.