Prosegue il ciclo di incontri con professionisti nell’ambito della settima arte, quella cinematografica, organizzati dal prof. Francesco Giordano, docente e videomaker all’interno del Laboratorio di Produzioni Audiovisive Teatrali e Cinematografiche Unior dell’ Università l’Orientale di Napoli, entrato nel vivo con importanti risultati in termini di feedback degli studenti.
L’ultimo protagonista in ordine di tempo, ma non per importanza, è stato Pino Sondelli, direttore della fotografia, regista, autore, nonchè direttore dell’Accademia di Belle Arti di Nola, docente alla Bds Academy, autore del film “Dentro il silenzio”. Il suo prezioso intervento, risultato particolarmente affascinante per gli studenti, si inserisce all’interno dello studio del valore e del significato espressivo di una inquadratura cinematografica, passando per quello che compone il linguaggio cinematografico, indagando il senso psicologico e analitico di un’immagine e della luce che la contraddistingue.
Un campo pieno di sfaccettature e concetti, che Sondelli ha provato a racchiudere in poco tempo, riuscendo a carpire l’interesse e la curiosità degli allievi del prof. Giordano, che stimolati dall’ospite hanno iniziato a interrogarsi sui propri movimenti nello spazio, lo sguardo sulle cose e sull’altro, il campo dell’attenzione visiva e della percezione, i processi di elaborazione del pensiero “ogni volta che c’è un grande punto di attrazione visiva“. In particolare Pino Sondelli nel suo dialogo-confronto con i ragazzi ha abbandonato la veste di docente per entrare in contatto con i suoi interlocutori e dare vita ad una comunicazione vera, fatta di dialogo e scambio reciproco di emozioni, perchè, come sostiene Sondelli, “solo in questo modo le persone comunicano realmente”. Alla base della comunicazione e definizione di un contenuto e della sua espressione c’è la luce, così come anche la scelta della temperatura di colore. Attraverso l’elettromagnetismo cromatico assorbiamo e restituiamo sentimenti, emozioni, stati d’animo. In base alla quantità di impulsi elettro-magnetici che noi assorbiamo dalla luce costruiamo così un’immagine.
“Le inquadrature – spiega Sondelli – sono frammenti di realtà: attraverso quali inquadrature scegliamo comunichiamo un messaggio rispetto ad un altro, mostrando poi praticamente come varia il contenuto comunicato se si modifica l’intensità della luce nello spazio”. Non poteva mancare nell’intervento di Pino Sondelli una riflessione sull’evoluzione del linguaggio cinematografico alla luce dell’avvento della digitalizzazione e la conseguente velocità del cambiamento che non possono non coinvolgere gli operatori della settima arte, alle prese con una realtà sempre più ipertecnologica e liquida, per dirla alla Bauman, rispetto alla quale Sondelli non si pone come “apocalittico”. Con continui stimoli Pino Sondelli mostra e indaga il meccanismo della scrittura cinematografica “che parte da una parola chiave“, che apre la costruzione di un racconto. “Non c’è suono più straordinario del pensiero – dice Pino Sondelli – e vivrai in perfetta armonia“. E ripensando al lavoro cinematografico sulla sordità infantile di cui è autore, “Dentro il silenzio”, di cui se n’è discusso nel finale dell’incontro, “non c’è suono più forte del silenzio“.