
Questa sera voi non vedrete niente che non abbiate già visto prima… non sentirete niente che non abbiate già sentito prima… esatto! Perché questa sera vedrete soltanto cose già viste e sentirete soltanto cose già sentite… tante e tante volte! Cose che conoscete benissimo, ma che in realtà non conoscete affatto!!! Siete il pubblico.
Si può giocare anche non giocando, oppure allenarsi in attesa di una sorta di competizione lampo per riprendere confidenza con il pallone. E’ il Castel San Giorgio tutto baby: ha rinunciato alla mezza farsa del torneo dei bar, leggasi format di Eccellenza ripresa, ma che guarda avanti con la forza dei ragazzi rimasti vincolati dopo svincoli dovuti (quasi tutto il parco degli over) e qualche prestito importante. Non c’è Ciro De Cesare a dirigerli, anche se è in costante contatto con dirigenza e staff tecnico per appuntarsi i progressi del gruppo allenato dall’intelligente tuttofare Lorenzo Prisco, uno che quando giocava in porta già guardava lontano. Noi speriamo che tal Sal Bamba possa diventare la rivelazione del futuro, il nome già ci piace: sa di favola. Ma tra i 2003 e 2004 presenti al Sessa, ci sono giovanotti che già si distinguono per voglia di emergere alla svelta, senza fretta ma alla svelta: Francesco Scala, Antonio Russo, Davide Andretta, i due Vitale (Gerardo e Francesco). Attenzione però a non fare troppe distinzioni, non è il momento, non è l’anno. Per tal motivo il block notes si estende e dà spazio pure a Galotto, Tarcinale, Crescenzo, Accarino, Ferrara. Passa per Capuozzo, Contaldo, Fabbris e Dentale. Arriva fino a Siano, Iuliano, Corrado, Pepe, Moschella e Romano. Non sappiamo quanti di loro potranno realmente sperare in un futuro calcistico di una certa rilevanza. Fa niente, mica siamo maghi e nemmeno ci assale la voglia di sbagliare di grosso (qualche anno fa, non molto lontano qui, uno disse che Gigio Donnarumma non era da…). Sognate, sognate pure in questo sabato non qualunque pur se italiano. E’ concesso anche sbagliate oppure guardate a quel che sono stati capaci di fare compagni di poco più grandi di voi: si chiamano Botta, Citro e Capuano. (m.m.)