Scrivo dopo aver rivisto per caso una foto datatissima, un’onorificenza conferita a Vincenzo Mucciolo, vice segretario comunale di Nocera Inferiore, ucciso barbaramente dalla camorra negli anni ottanta del secolo scorso sulle scale di casa in via Cucci. Non voleva, probabilmente, adeguarsi al tragico andazzo di quegli anni, difendeva Nocera senza enfasi, era cilentano, non un nocerino, difendeva la pubblica istituzione nostrana.
Tra ieri e oggi, tante emozioni per il sottoscritto, che ha seguito da giornalista le commemorazioni per Simonetta Lamberti e Marcello Torre, accomunati nel giro di un paio d’anni da un tragico destino. C’è chi oggi si vanta di una nocerinità interessata. A noi fa specie constatare, attraverso indagini e processi, che c’entravano parecchio dei nocerini con quelle morti barbare, è una sensazione che a distanza di decenni resta con noi.
La Nocera d’allora era letteralmente prostrata alla camorra, in primis le istituzioni. C’erano delle eccezioni che vi narriamo al di là degli steccati, presenti nella vita politica cittadina: Edmondo Cuomo, Raffaele Pucci, Fulvio Torquato.Ma anche Giò Marrazzo e Roberto Visconti indipendenti e /o bandiere di sinistra (assieme a loro due pure i comunisti nocerini presenti all’epoca in consiglio all’epoca). Silenzio assoluto dalla Dc, all’epoca partito di maggioranza assoluta, ma fondamentalmente anche da socialisti, socialdemocratici. Chi faceva fatti, all’esterno del consiglio, era invece il capitano dei carabinieri Gennaro Niglio (un non nocerino come Mucciolo).
Se certi scheletri sopravvivono ancora oggi nell’armadio, è in parte il risultato di quegli anni, tristissimi per la Nocera dei killer e degli avanzi di camorra. Mucciolo non è Lamberti e nemmeno Torre: incominciamo però a ricordarlo come si deve.