Entro il 21 giugno, giorno di San Luigi (un tempo a Villa dei Fiori si faceva festa grande in onore del deus ex machina Luigi Angrisani) ma anche del solstizio d’estate, l’amministrazione si pronuncerà sulla necessità o meno di portare in consiglio comunale, col timbro di interesse pubblico e la conseguenziale delibera, l’istanza presentata dalla struttura privata per lavori di riqualificazione (a proprio carico) per riconvertire in RSA 57 posti letto (i lavori servono per riqualificare e ampliare gli spazi. Il sindaco si è riservato di decidere, chiederà un approfondimento all’ufficio legale dell’ente. La delegazione ricevuta a Palazzo di Città era composta dall’amministratore di Villa dei Fiori Domenico Vuolo e a sorpresa anche dall’ex senatore Antonio Guerritore, mediatore d’eccellenza dall’alto della sua esperienza politica ma anche professionale.
Se il parere legale chiesto dal sindaco (non sappiamo esattamente se solo agli uffici, se agli uffici e all’amministrativista o se a quest’ultimo soltanto) portasse ad un no alla delibera di consiglio comunale, il sindaco stesso, stando a quel che ha riferito stamattina alla delegazione di Villa dei Fiori, si recherebbe ad accompagnare i diretti interessati a Palazzo Santa Lucia. Sì, c’entra anche la Regione, ovviamente, che ieri ha fatto partire il primo decreto di riconversione in RSA (decreto riguardante una struttura di Napoli 2). Nel 2017 la Regione, infatti, chiese al Comune di approvare il progetto dei lavori confermandone l’interesse pubblico. Arrivò una delibera di Giunta nel 2017, esattamente due settimane prima delle elezioni che incoronarono Torquato col secondo mandato. Nel 2019 il Comune rinvia la pratica, incompleta, alla Regione. A novembre 2020 la Regione riscrive al Comune: chiede la delibera di consiglio, altrimenti non si può procedere. A maggio di quest’anno il TAR Campania sancisce che il consiglio deve intervenire. Il ping pong continua: sindaco e assessore chiedono all’ufficio legale un altro parere, espresso in data 20 maggio 2021 (anche qui ci poniamo l’interrogativo: ufficio legale compreso amministrativista, da solo l’ufficio o da solo l’amministrativista ?). Il ping pong però non può e non deve continuare in eterno: in ballo ci sono posti letto e ovviamente posti di lavoro.