Facciamo un patto generale: si controllino clienti e utenti alla voce green pass ma si faccia un passo preliminare, se proprio vogliamo essere, come dire, fiscali. Le attività sono tutte regolari ? I permessi non difettano di niente ?
Proseguiamo con i dettagli: commercianti ed esercenti che chiedono il green pass sono in regola con stipendi e contributi ai dipendenti?
Infine le condizioni di sicurezza sul lavoro e della regolarità del prodotto finito sono basate su tutto quel che prescrive la legge?
Quante domande, a volte pesanti nelle risposte da dare. L’Italia ha numeri da nazione “irregolare”, non lo scopriamo certo noi e soltanto adesso.
Sommessamente, ricordiamo che Il lavoro nero è una pratica purtroppo ancora molto diffusa nel nostro Paese e con questa espressione si indica un rapporto di lavoro irregolare. Il datore di lavoro si avvale delle prestazioni professionali o lavorative di un dipendente senza che le due parti abbiano sottoscritto un regolare contratto; questo significa nessuna garanzia per il dipendente, per il quale non c’è alcune copertura previdenziale e assicurativa.
Vogliamo ancora parlare di green pass ? Conviene ?