Con appena 15 consiglieri presenti sui 28 che compongono l’assemblea, il Consiglio di Distretto dell’Ente Idrico Campano ha approvato il nuovo piano tariffario GORI per il quadriennio 2020 – 2023.
Un rincaro del 2,4% che va a incidere su tariffe che da anni sono di gran lunga le più esose dell’intera regione e tra le più alte d’Italia, e che tra il 2012 e il 2019 sono schizzate in alto con aumenti record del 70%.
Una scelta che poteva essere tranquillamente evitata, considerata anche la recente sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato le tariffe deliberate per il periodo 2012 – 2015 e ridotto del 30% gli aumenti già applicati, ordinando all’Autorità nazionale ARERA una nuova istruttoria amministrativa per riformulare correttamente lo schema tariffario.
Per la terza volta in tre mesi il coordinatore Felice Rainone ha posto all’ordine del giorno gli aumenti tariffari, dopo che nelle sedute di maggio e luglio il Consiglio distrettuale all’unanimità si era impegnato a bloccare i rincari e approfondire la possibilità di ridurre le tariffe per renderle finalmente sostenibili.
Al momento del voto il Consiglio si è spaccato a metà e ha visto l’uscita di tutti i rappresentanti del gruppo dei ‘Comuni per l’acqua pubblica’, che hanno deciso di non prendere parte alla votazione finale.
Davanti a una sentenza che mette in discussione l’intero andamento tariffario fino ai giorni nostri, annullando la delibera n. 104/2016 dell’ARERA l’unica scelta da fare è procedere all’abbassamento delle tariffe, ma incredibilmente è stata intrapresa una strada che espone l’Ente Idrico Campano a nuovi rischi e condanne giudiziarie, oltre che palesemente antidemocratica. Imporre oggi lo stesso aumento tariffario già bocciato nel maggio scorso rappresenta un segnale grave della pericolosa situazione di confusione in cui versa il governo del sistema idrico nella nostra Regione. In tutta fretta e con numeri così risicati si è voluta imporre una scelta in cui fino a pochi giorni fa non credeva nessuno, con l’aggravante che a garantire il numero legale dei 15 componenti necessari è stato un dipendente della Gori, Antonio Calise, in rappresentanza del Comune di Portici.
La Rete Civica per l’Acqua Pubblica: “Noi continueremo a difendere in tutte le sedi i diritti di un milione e mezzo di cittadini, con l’obiettivo di ottenere immediatamente il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato e della legge, abbassando le tariffe e restituendo quanto dovuto agli utenti da rimborsare, operando per migliorare davvero la qualità del servizio e procedere a una più ampia e rigorosa programmazione di investimenti su reti idriche, fognature e depurazione.”