La raccolta “virtuosa” porta benefici economici al Nord ma rincari al Mezzogiorno.
L’ aumento del costo dei rifiuti sembra essere un male diffuso in tutta Italia, ma ancor di più al Sud.
La conclusione a cui arriva la Corte dei Conti nella sua relazione “Prime analisi sulla qualità della spesa dei Comuni”, pubblicata alla vigilia di Ferragosto, è l’ emblema del paradosso di cui Messina è tra gli esempi più evidenti: nel Mezzogiorno (e in parte anche nel Centro Italia) ad un alto livello di raccolta differenziata corrisponde un più alto costo di smaltimento, mentre al Nord avviene l’ esatto contrario.
«Al Nord – si legge nella delibera della Corte dei Conti – maggiori livelli di raccolta differenziata hanno effetti benefici sulla spesa: -17% nei Comuni in cui la raccolta differenziata supera il 65% rispetto a quelli in cui non si raggiunge il 40% nel Nord-Ovest, dato che balza a -26% nel Nord-Est Al Centro e in misura più spiccata al Sud la situazione è esattamente inversa: i costi aumentano del .3% al Centro e addirittura dell’ 11% al Sud. Tale situazione fa emergere un divario che dovrebbe essere ulteriormente indagato».
Del resto ad aprile uno studio delta Uil nazionale avevacertificato che .tmil 2016 e il 2020, ovvero in 5 aim’, la Tari aumenta mediamente del 2,4%», ma con evidenti squilibri: nella top ten dei costi più alti (in cui figura Messina all’ ottavo posto), 9 città su 10 sono del Sud.
Nella “last ten” dei comuni con i costi più bassi, invece, due sole città sono nel Mezzogiorno, Vibo Valentia e Potenza.
Se ci si limita poi alle Città metropolitane, tutto il podio delle Tari più alte del 2020 è occupato da città del Sud: Reggio Calabria, Cagliari e Messina.
Già nel 2018 Utilitalia (la Federazione che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell’ acqua, dell’ ambiente, dell’ energia elettrica e del gas) aveva ribadito che il sistema di raccolta porta a porta «si conferma molto più oneroso rispetto a quello stradale: il porta a porta si attesta a 190 euro a tonnellata contro i 74 euro a tonnellata dello stradale (ovvero la raccolta differenziata da campane e cassonetti filo strada, ndr)».
Un divario che, secondo UtiWalla, «non è una sorpresa: il porta a porta ha bisogno di maggiori mezzi e di un più ampio numero di lavoratori (creandodunque occupazione), che naturalmente vanno pagati».
A chi osserva che un sistema misto sarebbe forse più auspicabile, il presidente dei MessinaServizi Pippo Lombardo risponde: «Anche le città in cui il centro e gestito con la tradizionale raccolta stradale stanno andando nella direzione del porta aporta integrale perche, come dimostrano i dati di Torino, col “misto” non si riesce a superare quota 50%, mentre l’ Europa richiede risultati più alti».
Non vi è dubbio che a penalizzare davvero il Sud è soprattutto l’ assenza di impianti e la incapacità di comunicare alla cittadinanza i comportamenti corretti.
Siamo in grande ritardo!
Luisa Angrisani, Luciana Mandarino e altri 7
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