Morti bianche, in gergo si definiscono così. Ma accanto al bianco, c’è il rosso intorno, il color rosso sangue. Un’ emergenza vera nella nostra estesa e variegata provincia: il lavoro ha ucciso 25 salernitani da inizio anno a oggi. Dati choc dell’Inail: in 7 mesi denunciati oltre 5 mila infortuni.Insomma rischio alto a Salerno e provincia. In generale è criticità dell’intera regione Campania. L’osservatorio Vega Engineering si è occupato di scandire in una mappa cromatica le regioni secondo il livello di rischio sul lavoro, da zona rossa a zona bianca.
Da gennaio a luglio 2021, i decessi registrati in Campania sono 63. Seguono: Lombardia (61), Piemonte (52), Lazio (50), Puglia (49), Emilia Romagna (46), Veneto (41), Sicilia (26), Abruzzo e Toscana (25), Trentino Alto Adige e Marche (15), Friuli Venezia Giulia e Umbria (14), Molise, Calabria e Liguria (11), Basilicata (7), Sardegna (6), Valle D’Aosta (1).
La media della mortalità sul lavoro è drammatica, perché parla di circa 100 vittime al mese.Da gennaio a luglio del 2021 sono 677 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 543 quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 134 sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine giugno 2021, ci sono 139 vittime in più nel mese di luglio.
Tra le aree più pericolose, in rosso con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale, compaiono Campania, Puglia, Trentino Alto Adige, Basilicata, Umbria, Molise e Abruzzo. In zona arancione con rischio moderato sono presenti Piemonte, Marche e Friuli di Venezia Giulia.In zona gialla, classificate con rischio medio-basso sono: Lazio, Valle d’Aosta, Emilia Romagna, Sicilia, Veneto e Liguria. In zona bianca, le regioni più sicure dal punto di vista lavorativo sono Toscana, Lombardia e Sardegna.
Il decremento del numero dei decessi rispetto allo scorso anno (- 5,4%) potrebbe sembrare un dato positivo, in realtà è influenzato dall’andamento della pandemia COVID19 che ha diminuito la presenza fisica nei luoghi di lavoro. Il settore delle costruzioni è quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti: 64 dall’inizio dell’anno, 13 in più rispetto a giugno.
A seguire, i comparti più pericolosi sono: attività Manifatturiere (54), Trasporto e Magazzinaggio (51 vittime da inizio anno), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (34), Amministrazione Pubblica e Difesa (17), Sanità e Assistenza Sociale (15).
La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (387 su un totale di 543). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi sette mesi del 2021 sono 50; gli stranieri deceduti da gennaio a luglio del 2021 sono 75. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi sette mesi dell’anno.