Sintesi nel titolo del summit a Palazzo Santa Lucia tra il vice governatore Bonavitacola, il rappresentante delle aziende conserviere De Angelis, il sindaco di Scafati Salvati, l’assessore all’ambiente Arpaia e il rappresentante dell’opposizione nella commissione permanente Grimaldi. C’erano anche forze dell’ordine e rappresentanti dei comuni di Sant’Antonio Abate e Santa Maria la Carità, visto che i miasmi del Sarno causa stagione conserviera vanno al di là del confine di una sola città.
Il braccio destro di De Luca, oltre ad ipotizzare un regime sanzionatorio più preciso ed efficace, ha sottolineato la necessità di una disciplina più semplice dello smaltimento del terriccio del primo lavaggio del pomodoro, la presenza in azienda di un tecnico col compito di certificare la qualità della depurazione e di inviarla successivamente ad uno specifico e attrezzato centro di monitoraggio.
De Angelis, per l’Anicav, si è detto assolutamente contrario alla demonizzazione in corso delle industrie conserviere, paventando la possibilità della scelta di delocalizzare le stesse. Il primo cittadino scafatese Salvati: “Ci vuole autocritica da parte di tutti, soprattutto ora occorre concretezza. Porterò avanti l’idea della polizia ambientale”. Stessa lunghezza d’onde dell’assessore Arpaia: “I controlli in futuro dovranno partire parecchio in anticipo rispetto all’inizio della stagione conserviera per eccellenza, la figura del tecnico che monitora deve essere individuata in soggetto terzo, non dalle industrie”,