L’aumento del costo dell’energia è la logica conseguenza di decenni di una politica energetica “ballerina”. Cosa è accaduto? rispetto all’anno scorso è raddoppiato il costo della tonnellata equivalente di anidride carbonica prodotta (una misura dell’inquinamento sostanzialmente), questo ha spostato la produzione di energia dal carbone al gas naturale, che genera un terzo di anidride carbonica equivalente rispetto al carbone a parità di energia prodotta.
Se tutti utilizzano il GAS, aumenta la domanda e quindi il prezzo del gas. Fino a qualche anno fa il GAS aveva un mercato bilanciato…oggi è decisamente spostato verso l’Asia. Inoltre abbiamo un problema, che oltre il 30% della nostra bolletta è composto da oneri di sistema. Gli scenari possibili sono solo due: spingere al massimo, in termini di ricerca e snellimento della burocrazia, in rinnovabili; produrre meno CO2, meno ne produciamo meno paghiamo. A breve subiremo il costo sociale di questo aumento che potrà diventare anche strutturale, ma al netto delle critiche verso chi governa o ha governato (legittime)…di preciso noi, presi singolarmente, “cosa facciamo di concreto per ridurre CO2”?