La sentenza è stata emessa dal giudice del tribunale di Salerno, Rosa Maria D’Antuono, con motivazione contestuale. «Dal momento – si legge – che il dies a quo del predetto termine corrisponde al giorno 10.11.2013, questo essendo il tempus commisi delicti individuato nell’editto accusatorio, che l’ultimo atto interruttivo coincide con il decreto di citazione diretta a giudizio del 14.11.2016 e che nel corso del processo non si sono verificate cause di sospensione della prescrizione, è evidente che la prescrizione è maturata in data anteriore rispetto a quella della pronuncia del dispositivo, segnatamente il 10.5.2021».
Si è prescritto due giorni fa, in tribunale a Salerno, il processo sul cosiddetto «derby farsa» tra Nocerina e Salernitana, che costò a 23 tifosi di Nocera Inferiore una denuncia per violenza privata, oltre al rigetto di una richiesta di arresto avanzata dalla Procura stessa. Il processo non è mai partito I fatti risalgono al 10 novembre 2013, nel piazzale del “Park Hotel” di Mercato San Severino. Le conseguenze e contestuale danno d’immagine fu enorme per la città di Nocera Inferiore, in ragione di un impatto mediatico evidente e conseguenze subite anche in ambito sportivo. Sia per quanto accadde in campo, che fuori. Stando ad indagini condotte dalla Digos e Squadra Mobile, quel giorno un gruppo di tifosi della Nocerina si recò all’esterno della struttura alberghiera dove alloggiava la squadra, pronta per dirigersi allo stadio Arechi per il derby con la Salernitana. Giorni prima, la Questura aveva vietato l’ingresso allo stadio a Salerno per i tifosi della squadra rossonera. A quel punto il gruppo di ultras, contrariato per una decisione che era cambiata in pochi giorni, avrebbe preso a minacciare esplicitamente la squadra di non scendere in campo. La partita durò appena 20 minuti, in ragione di una serie di infortuni che sarebbero stati “simulati” dai calciatori della Nocerina, ad ogni minimo contatto. Le immagini di quegli “infortuni” fecero il giro del mondo.