La narrazione della pandemia pare stia cambiando, anche spinta dall’emergere di realtà che paiono sempre più contrastare quanto affermato e considerato insindacabile in piena emergenza sanitaria.
C’è il tentativo di proporre al grande pubblico dibattiti alla pari tra esperti in grado di confrontarsi su quanto accaduto e su quanto è ancora possibile fare per salvaguardare la salute di tutti i cittadini.
Ci si riesce?
L’informazione è sicuramente stata incompleta e ancora adesso quando si assiste ad alcuni dibattiti televisivi, lo spettatore è costretto a subire la messa in scena di un resoconto che spesso rispecchia quanto di più grottesco si possa immaginare.
La scienza invocata sin dall’inizio di questo dramma sanitario, come l’unica possibilità di salvezza è stata spesso tradita ogni qualvolta si è permesso di proporre opinioni.
Risale all’anno scorso l’intervista al virologo italiano Giorgio Palù, fondatore della società italiana di Virologia e presidente per sette anni di quella europea, durante la quale lamentava la presenza nei salotti televisivi di esperti presentati come virologi che si alternavano ad attori, opinionisti, soubrette in un dialogo inficiato dal continuo spostamento dell’analisi dal piano politico a quello economico e sociale e ancora a quello medico scientifico. Tra gli esperti, ribadiva Palù, comparivano e compaiono, aggiungiamo noi, entomologi esperti di zanzare o di malaria, infettivologi che potrebbero parlare di come si tratta un paziente e in modo più preciso di quali siano i sintomi, igienisti che potrebbero esprimersi sulla curva epidemica riferita al contagio, che invece discettano con troppa sicumera invadendo campi che richiederebbero una competenza più specifica.
Palù è poi stato eletto presidente dell’AIFA e, per questo, meno interpellabile proprio per il ruolo assunto.
L’AIFA è oggi sotto indagine, come riferito nella trasmissione “Fuori dal Coro” condotta da Mario Giordano. La Corte de Conti ha aperto un’inchiesta sull’Agenzia del Farmaco con l’accusa di danno erariale per scelta pubblica non ponderata.
L’attenzione è rivolta alla decisione presa nella riunione del 29/10 /2020 (Palù non era ancora Presidente dell’Agenzia del Farmaco) quando furono rifiutate diecimila dosi di anticorpi monoclonali gratis dall’AIFA.
La domanda è perché si sia rifiutato qualcosa che poi si è acquistato a marzo. Inoltre, L’AIFA non ha mai collaborato con gli organi preposti per rendere disponibile il verbale della suddetta riunione nella quale si preferì non accettare l’offerta gratuita, nonostante il TAR della Regione Lazio avesse ordinato ad AIFA di renderlo noto. Nicola Magrini, Direttore generale dell’AIFA, dovrà fornire delle risposte precise che spieghino le scelte fatte durante la riunione del 2020.
Quante persone si sarebbero potute salvare? È l’interrogativo di molti addetti ai lavori e le responsabilità vanno chiarite.
Ritorniamo alla funzione dei media e guardiamo all’atteggiamento assunto nel tempo della pandemia. Non si può dare torto a Palù quando sottolineava la superficialità dei media di dare credito ad ospiti con curriculum, a volte inconsistente, rispetto al tema da trattare. Basta osservare quello in gergo televisivo si definisce “sottopancia”, e osservare le didascalie poste sotto i vari ospiti che non sempre corrispondono all’effettivo titolo posseduto, e, ancor peggio notare quante volte il malcapitato di turno presente in studio, vede titolare il suo intervento con note che mirano a screditarne le parole.
E cosa dire della scarsa professionalità di conduttori furibondi per le tesi espresse dai propri ospiti che autorizzano anche gli altri presenti ad assalirli verbalmente?
E ancora, cosa dire dell’arroganza degli esperti che circolano maggiormente in tv che continuano ad essere invitati nelle trasmissioni e trattati con i guanti di velluto?
Si assiste alla continua distorsione dell’informazione che rafforza quella che gli psicologi definiscono dissonanza cognitiva, teoria della psicologia sociale introdotta da Leon Festinger nel 1957, che esalta la sensazione di conflitto tra idee, convinzioni, valori e atteggiamento dell’individuo in contraddizione e, per questo, all’origine di tensione e disagio.
La gradualità con cui determinati messaggi possono essere veicolati è legata a quella che va sotto il nome di Finestra di Overton, dal nome del suo ideatore, e consiste in un approccio in base al quale si valuta la fattibilità di un’idea politica considerando la sua accettabilità da parte dell’opinione pubblica.
La realtà odierna è molto più complessa e meriterebbe una disamina attenta quanto corretta.