Si è dimesso Cosimo Sibilia, presidente della Lega nazionale dilettanti, la lega più importante come numeri e “peso” politico nel calcio italiano. Avellinese, 62 anni, deputato di Coraggio, il partito fondato dal sindaco di Venezia Brugnaro e dal governatore della Liguria Toti, Sibilia era presidente della Lnd dal 2017 e riconfermato quest’anno. Giovedì 28, dopodomani, era in programma un consiglio di Lega per l’approvazione del bilancio. Un consiglio che si stava trasformando in un redde rationem: già da giorni, l’aria era quella di un voto contrario all’approvazione che avrebbe bocciato di fatto l’amministrazione di Sibilia.
Sibilia si era candidato nel gennaio di quest’anno alla presidenza federale ma era stato sconfitto nettamente dal presidente uscente Gabriele Gravina. Ora sarà convocata l’assemblea straordinaria entro 180 giorni da parte del vicepresidente vicario Ettore Pellizzari, che farà le funzioni del presidente fino a quel giorno.
E proprio come una risposta al pressing condotto contro di lui da Gravina vanno lette le dimissioni. Perché la mancata approvazione del bilancio avrebbe permesso al presidente della Federcalcio e nemico giurato di Sibilia di commissariare la Lega Dilettanti: così invece, con le dimissioni e l’ordinaria amministrazione affidata al vicario, in attesa di nuove elezioni, viene disinnescato il piano della Figc di mettere le mani anche sui Dilettanti. Una mossa che avrebbe permesso di favorire la sua riforma dei campionati, a cui la Lnd non avrebbe (probabilmente) mai aderito.