L’autorevole rivista di geopolitica europea, Le Grand Continent, avverte che il futuro dell’Europa è legato alla longevità del cristianesimo.
Il periodico si spinge oltre e specifica che, oggi, i riferimenti verso cui orientarsi sono filosofici e di matrice cristiana e non quelli proposti, basati sull’esclusiva salvaguardia dei diritti umani e della cultura materialista.
Una società, come quella occidentale, desiderosa di superare la decadenza di cui è espressione, dovrebbe allontanarsi dall’esaltazione del denaro e dell’edonismo come obiettivi verso cui orientarsi per la realizzazione di un’esistenza auspicabile.
Il settimanale cattolico “Tempi” riporta la riflessione che la rivista francese, pur essendo espressione della cultura laica e anticristiana, ha inteso considerare per restituire le basi identitarie del Vecchio Continente spinto unicamente verso una visione che prevede il dissolvimento di ogni identità locale a vantaggio di quella che potremmo definire una cittadinanza globale.
In Europa secondo i filosofi autori dell’articolo, l’ideologia dell’Illuminismo e dei sistemi economici che ne sono derivati, dovrebbe essere abbandonata e ci si dovrebbe adoperare per riportare al centro di ogni valutazione la persona.
Gli studiosi hanno dichiarato: “L’Europa è la storia delle nazioni cristiane che, a un certo punto, hanno fatto la scelta di limitare il posto della religione, di sopprimere il potere di comando della Chiesa”, cancellando il collante che ha permesso all’Europa di conservare la medesima visione di umanità e di società in netto contrasto con le nuove idee progressiste provenienti dall’esterno.
La posizione è sicuramente netta e pone un interrogativo che non dovrebbe essere liquidato senza porre in essere una seria riflessione sulle condizioni di un’Europa sempre meno coesa ed esposta ad assalti esterni che la espongono a trasformazioni volte a snaturarla, mutandola in qualcosa di diverso e, spesso, peggiore.